Attualità

18 giu 2025
Tigli Vescovato

A Vescovato si tagliano 13 tigli secolari. Battaglia tra alcuni cittadini e il sindaco a suon di diffide, ordinanze e perizie tecniche

A proposito di abbattimento di alberi. Il problema non riguarda solo Cremona, naturalmente, e un caso particolarmente sentito si sta registrando in questi mesi a Vescovato. A renderlo noto è Maria Grazia Bonfante, del Comitato “Salviamo il Paesaggio Cremonese, Cremasco e Casalasco”. Il confronto con l'amministrazione è in atto, ma, di fatto, si combatte a suon di perizie e il sindaco Alfredo Gorni si dice più che sicuro che non vi siano alternative all'abbattimento al fine di tutelare l'incolumità dei cittadini.

In sintesi, 13 tigli secolari lungo via Marchi dovranno essere abbattuti perché classificati in classe D, ossia a rischio cedimento. Il filare, così come altri, fa notare Bonfante, sono vincolati ex lege. Tuttavia, dopo un censimento nel lontano 2016, si è arrivati al 2020 con una perizia commissionata dalla precedente amministrazione, dalla quale emerge che diversi alberi sarebbero in classe D.

Da allora, però, nulla è stato fatto e si arriva all'oggi, quando si apprende, inizialmente in via ufficiosa, poi attraverso un'ordinanza sindacale, della decisione di abbattere 13 piante. "Quando siamo venuti a saperlo, verso la fine di maggio di quest'anno – spiega Bonfante – ho coinvolto il dottor Daniele Zanzi, un esperto internazionale”.

Ebbene, l'esperto esamina le piante e predispone una controperizia nella quale evidenzia che: “La vegetazione appare vigorosa; lo stato manutentivo non è certo ottimale e risente degli errori di potatura messi in atto in passato con tagli di raccorciamento che hanno provocato, come reazione degli alberi al danno, il riscoppio di una vegetazione disordinata e lo sviluppo in quota di difetti”. 

Si tratta, aggiunge, di “Alberi che possono sopportare pratiche che altre specie non tollererebbero; alberi che possono vegetare seppure malamente offesi. Certo insorgono problemi meccanici che però potrebbero essere minimizzati da oculati interventi di manutenzione a carico delle chiome. Faccio presente che è impossibile trovare alberi adulti che non presentino difetti al proprio interno. L’albero però, riesce a convivere molto meglio di quanto facciano gli uomini con i propri difetti, presentando delle ‘crescite adattive’, ovverosia mettono nuovo legno, esente da difetti, ogni anno in posizione spazialmente diversa per compensare i vuoti interni. Nell’analizzare un albero bisognerebbe non solo valutarne i difetti ma anche valutare le qualità del legno residuo e le sue capacità di compensare le anomalie interne”. 

Il professor Zanzi conclude che: “gli alberi hanno più di 70 anni e come tali sono tutelati. Di indubbio valore ambientale e paesaggistico. Queste piante sono un patrimonio per i servizi eco sistemici forniti ai cittadini; in particolare per il carbonio sequestrato all’interno del proprio legno. Abbatterli significherebbe eliminare in un sol colpo tutto ciò che queste piante hanno fatto e faranno per la pubblica salute”.

L'analisi dell'esperto viene inserita a quel punto in una diffida inviata al Comune di Vescovato e a una lunga serie di altri enti, come Regione Lombardia, la Soprintendenza, il Corpo Forestale, l'ATS Valpadana. L'atto, datato 14 maggio, è firmato da oltre 50 cittadini. Di fato si chiede, in modo costruttivo, di rivalutare la situazione anche perché, precisa Bonfante, “a fronte della volontà di abbattere le piante non è stata prevista una compensazione, se non in modo molto generico e non quantificato”.

Si arriva alla scorsa settimana. Martedì viene convocato un Consiglio comunale straordinario proprio su questo tema. Vengono illustrati i pareri degli agronomi consultati dal Comune e viene approvata una mozione a favore dell'abbattimento.

Spiega ancora Bonfante: “Il sindaco (Alfredo Gorni; ndr) si appella al fatto che l'anno scorso sono caduti due alberi in occasione di un evento meteo intenso. Ma si tratta di piante che non erano nemmeno state potate, piante oggetto di gravi carenze di manutenzione, mentre nel caso specifico stiamo parlando di piante che dal 2020 non hanno avuto cedimenti proprio perché come sottolineato dal professor Zanzi, hanno grandi capacità adattive. Non sono piante così compromesse da dover essere abbattute”.

Venerdì 13 giugno il Comune di Vescovato emette un'ordinanza nella quale si precisa, tra le altre cose, che “come risulta da perizia prot. n. 5721 in data 31/05/2025 a firma Dott. ROCA William è emersa la necessità, certificata, di procedere all’abbattimento urgente di alcuni alberi in via Marchi, a rischio di schianto, e ad interventi di potatura di altri, interventi necessari e non rinviabili per la salvaguardia della sicurezza stradale e della pubblica sicurezza”. L'ordinanza precisa poi che “la situazione di pericolo è rilevabile come attuale e concreta” e che “il pericolo deve essere affrontato con estrema e massima urgenza, al fine di salvaguardare l’incolumità fisica delle persone e di salvaguardare la sicurezza della strada”.

Di qui la decisione volta a “prescrivere, quali misure definitive, la realizzazione degli interventi di abbattimento degli alberi a rischio di schianto, e di esecuzione delle potature necessarie e degli interventi manutentivi prescritti in perizia. In particolare: procedere, con urgenza, all’abbattimento degli alberi classificati in Classe D (...).

Gli abbattimenti sarebbero dovuti avvenire lunedì 16 ma al momento le piante non sono ancora state tagliate. Questo anche perché Bonfante e gli altri cittadini impegnati nella difesa dei tigli hanno immediatamente contattato un legale, l'avvocato Cristina Mandelli, che si è immediatamente attivata e lo stesso 16 giugno ha trasmesso al Comune di Vescovato una diffida la cui conclusione è perentoria.

Scrive infatti il legale: “Rilevo la illegittima mancata pubblicazione in Albo Pretorio, della perizia fitosanitaria redatta dal dott. Roca e protocollata dal Comune in data 31.05.2025 in aperta violazione delle norme sulla trasparenza delle informazioni ambientali e degli atti amministrativi, in quanto presupposto dell’Ordinanza Sindacale n. 02/2025”. “L'ordinanza sindacale – prosegue l'avvocato –, specialmente se contingibile e urgente, è un atto amministrativo che incide sulla sfera giuridica dei cittadini. Per questo motivo, è fondamentale che sia resa pubblica nella sua interezza, affinché chiunque possa prenderne visione e, se del caso, impugnarla; per essere valida, dunque, deve essere pubblicata integralmente, inclusi eventuali allegati, per permettere ai cittadini di conoscerla appieno”.

Di qui la diffida al Comune: “Intimo e diffido sin d’ora, l’amministrazione in indirizzo e, in particolare, il responsabile del procedimento, a procedere con l’abbattimento e la potatura dei Tigli di via Marchi, in assenza del dovuto nulla osta della Sovraintendenza, del dovuto rispetto dei diritti dei cittadini alla partecipazione ai procedimenti in materia ambientale (...), visto l’inquinamento prodotto da oltre seimila veicoli che transitano ogni giorno su quella strada. Con espresso avvertimento che, in caso di abbattimento illegittimo i mei Assistiti si rivolgeranno alle pubbliche autorità giudiziarie al fine di ottenere il giusto ristoro del danno, anche erariale, causato”.

LA VERSIONE DEL SINDACO - Contattato ieri, il sindaco Gorni ha difeso l'operato suo e dell'amministrazione, ricordando che è entrato in carica lo scorso giugno e confermando le perizie del 2016 e del 2020. "Nel giugno scorso - spiega - abbiamo effettuato una ricognizione e dopo un mese e mezzo mi sono trovato con due tigli di viale Marchi caduti su un'auto. A quel punto abbiamo fatto una ricognizione generale, riprendendo anche le perizie del 2016 e del 2020, che dimostravano come alcuni alberi fossero fortemente compromessi e classificati in classe D. Questa cosa mi ha allarmato e non sono stato a guardare, dando corso a un'ulteriore perizia, indipendente dalle precedenti".

E' quindi emerso che "è necessario l'abbattimento di 13 piante ed è quello che è stato deciso, contestualmente al fatto che si faranno nuove piantumazioni". Il sindaco conferma la ricostruzione circa la convocazione del Consiglio ma aggiunge: "Nell'occcasione ho chiesto al dottor Zanzi di partecipare, dandogli facoltà d'intervento. Ha parlato per 15, 20 minuti e alla fine gli ho chiesto di inviarmi le sue conclusioni via mail. Ad oggi non ho ricevuto nulla, ma ci tengo a ricordare che il Consiglio ha votato all'unanimità per il taglio".

Sulla scorta di questo, conclude il sindaco, "non potrò esimermi dal dare corso ai tagli, a meno di un intervento superiore, che a questo punto potrebbe essere solo del Prefetto. Il mio compito è tutelare l'incolumità pubblica: ho il dovere di salvaguardare i cittadini e non posso agire diversamente".

Federico Centenari

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Commenti

Mauro

18 giugno 2025 10:54

Ma possibile che si deve sempre arrivare a tagliare??? Certamente le piante si ammalano ma la manutenzione a cosa serve allora ???'???

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