Attualità
30 giu 2025
A2A cede le reti del gas nelle province lombarde: l’azienda punta su energia, biomasse, incenerimento e teleriscaldamento. Cremona resta a guardare
A2A ha ufficializzato la cessione ad Ascopiave del 100% delle quote di AP Reti Gas North, società titolare di circa 490.000 punti di riconsegna gas (PdR) nelle province di Brescia, Bergamo, Cremona, Lodi e Pavia. Il closing, dal valore di 430 milioni di euro, è previsto per il 1° luglio, con eventuali aggiustamenti successivi secondo prassi.
La vendita non sorprende: era già stata annunciata da tempo ed è perfettamente coerente con la strategia aziendale ribadita nei mesi scorsi dal board di A2A. Il gas metano non rientra più nel core business dell’azienda, che punta invece su energia elettrica, biomasse, incenerimento e teleriscaldamento. Un esempio emblematico è Cremona, dove il 60–70% del riscaldamento e dell’acqua calda sanitaria è già fornito dal teleriscaldamento gestito da A2A, e i piani di sviluppo della multiutility nel territorio sembrano guardare altrove. L’uscita dal settore non è quindi solo finanziaria, ma strutturale.
Se dal punto di vista industriale la scelta appare razionale, sul piano politico e territoriale riapre una questione mai davvero risolta: la mancata gara pubblica. Quando A2A inglobò LGH nel 2016, in molti sollevarono dubbi sulla decisione di affidare un servizio essenziale senza confronto competitivo, rinunciando alla possibilità di coinvolgere operatori più piccoli, flessibili e potenzialmente più vicini alle esigenze locali.
Oggi, la vendita delle reti è decisa unilateralmente dalla multiutility, mentre le province coinvolte – Cremona, Lodi e Pavia – non hanno voce in capitolo né strumenti per incidere.
I territori, di fatto, subiscono le scelte di una società che – pur avendo avuto una forte componente pubblica – agisce oggi secondo logiche di mercato orientate prioritariamente alla valorizzazione degli asset. Le reti più redditizie restano in mano ad A2A (Milano e parte di Bergamo); quelle considerate “mature” o “non strategiche” vengono dismesse.
Ascopiave, nuova proprietaria degli asset, consolida così la sua presenza in Lombardia, dopo una selezione che ha visto tra i contendenti anche Iren, Italgas e Acea. La cessione chiude il cerchio su una transizione che non riguarda solo le fonti energetiche, ma anche il controllo sui servizi pubblici locali. Una volta persa la possibilità di negoziare, ai territori non resta che osservare e adattarsi. Una dinamica che riflette le logiche del mercato.
L’impressione è che, laddove si poteva scegliere, si è preferito non decidere. Ora A2A investe dove vuole, vende dove non conviene più, e chiama tutto questo “strategia”. Ma per molte realtà locali, è solo una resa silenziosa.
Marco Degli Angeli
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