Attualità
11 giu 2025
Abbattimento di 28 piante in città. Tagli in via Monte Nero, e il pensiero corre al 2021. La gallery con le foto
Torna l'incubo sopito dalla fine del 2021. Ieri mattina (mercoledì 11 giugno) sette robinie, alcune di grandi dimensioni, altre più giovani, sono state abbattute in via Monte Nero, nella zona tra Piazza Castello e via Massarotti. A segnalarlo, inviandoci le foto che vedete nella gallery in fondo all'articolo, è stato un concittadino.
Un cartello dell'AEM avvisava che “E' vietata la sosta dalle ore 7.30 alle ore 17.00 da martedì 10 giugno a giovedì 12 giugno per lavori di abbattimento e fresatura ceppaie”. E puntuali, ieri mattina, sono intervenuti gli operai con ruspa e motoseghe. Dopo poche ore, i risultati sono quelli che si possono vedere nelle foto scattate dal concittadino.
Il tempo necessario a effettuare qualche verifica con l'AEM e il quadro si completa. Sì: sono in corso abbattimenti di piante in città per le “solite ragioni”: le piante, stando a indagini visive e strumentali, sarebbero ammalorate e classificate in classe D, ossia a rischio caduta. Di qui la necessità, secondo l'AEM e il Comune, di procedere con abbattimenti non solo in via Monte Nero, ma anche in via Asiago e via Gradisca (in queste vie le piante sono state tagliate nei giorni scorsi), in via Piave e in parte di viale Po (via Mincio).
Il tutto emerge nero su bianco da una comunicazione trasmessa dal Servizio verde dell'AEM all'assessorato all’Ambiente nei giorni scorsi. «Con la presente – si legge nell'informativa – si comunica che a partire da lunedi 9.06 avranno inizio gli abbattimenti di alberature inserite in classe D a seguito di valutazione visiva e strumentale eseguita da Agronomo incaricato. In questa prima fase le piante interessate sono ubicate in parte nel quartiere Castello, ovvero nelle vie Piave (n. 7), Montenero (n. 7), Asiago (n. 6), Gradisca (n. 4) ed in parte nel quartiere Po, ovvero nella via Mincio (n. 4). L’intervento prevederà oltre all’abbattimento delle alberature anche la rimozione delle ceppaie ivi comprese quelle già presenti in zona per far posto alle nuove alberature che verranno messe a dimora entro la prossima stagione silvana».
Dunque, al momento sono previsti 28 abbattimenti in varie aree della città. Poi si provvederà alle ripiantumazioni. Un metodo "consolidato": piante ammalorate, spesso per scarsa manutenzione, abbattimento e ripiantumazione con essenze giovani.
IL PRECEDENTE - La notizia porta inevitabilmente il pensiero all'estate del 2021, quando, da agosto in avanti, l'amministrazione allora guidata dal sindaco Galimberti ha effettuato un abbattimento massiccio di piante in svariate zone della città: via Adda, via Marmolada, via Boschetto, via Fulcheria e via Serio. In tutto, furono abbattute ben 133 piante sulla scorta di uno studio commissionato dalla giunta di allora allo studio di agronomi Solari-Miceli di Piacenza, che classificò quelle piante come malate o a rischio di cedimento.
La polemica, alimentata anche dal fatto che l'intervento fu effettuato in agosto (con mezza città in ferie), sulla base di una perizia più volte contestata dai gruppi ambientalisti, Legambiente in testa, durò per mesi. Non solo: per gli ambientalisti era intervenuto anche Cesare Vacchelli con una rivelazione tutt'altro che banale: «Abbiamo appurato che la perizia è stata trasmessa al Comune in aprile» aveva sottolineato. «Ci sono stati cinque mesi di inerzia e quindi il taglio delle piante non è forse così urgente come si dice. Perché allora non fermarsi e approfondire ulteriormente lo stato di salute delle piante?».
Non meno tenero fu Marcello Ventura, all'epoca consigliere di Fratelli d'Italia: «Dal 7 aprile il Comune sa che ci sono in 11 vie della città (non su tutte!) 133 piante definite pericolose e da abbattere. E il primo abbattimento inizia a metà agosto, dopo 4 mesi. Alla faccia della sicurezza e dell'ambiente, come definito candidamente del Prof Galimberti».
Niente da fare. Nonostante la vicenda divenne un caso politico, con forti scontri tra maggioranza e opposizione (in particolare Movimento 5 Stelle e Fratelli d'Italia) e associazioni ambientaliste sul piede di guerra, i tagli si sono susseguiti senza sosta e al posto delle essenze abbattute sono state piantumate giovani piante, diverse delle quali morte dopo pochi mesi.
All'epoca l'assessore al verde era Rodolfo Bona, che alcuni mesi più tardi si dimise dall'incarico per non meglio precisate motivazioni personali. Attualmente Bona è tornato in giunta ed è assessore al Patrimonio Culturale per il sindaco Virgilio. La palla sul verde pubblico è ora passata a Simona Pasquali, che ieri ha confermato la necessità dei lavori in atto, precisando che "verranno rimosse tutte le ceppaie e si provvederà appena possibile alla ripiantumazione".
Al netto delle rassicurazioni, cambiano le giunte ma le domande rimangono sempre le stesse: possibile che si debba sempre arrivare a provvedimenti estremi come l'abbattimento? Possibile che piante non giovani, apparentemente robuste e messe a dimora da lungo tempo si ammalino fino al punto da rischiare il cedimento? Cosa si fa concretamente sul piano della manutenzione del verde pubblico per prevenire queste situazioni?
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Federico Centenari
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