Attualità

11 dic 2025
Bar Museo del Violino

Bar ristorante nel Museo del Violino ancora "latitante". Interrogazione di Portesani e Beltrami anche sul book-shop: "Diseguaglianze tra le attività"

Ancora niente. A distanza di un anno e mezzo il Museo del Violino rimane senza un punto di ristoro. Senza un bar, senza un ristorante. Zero. Praticamente un caso unico in Italia (qui uno dei nostri articoli). Dopo un primo intervento nei mesi scorsi, i Consiglieri di Novità a Cremona, Alessandro Portesani e Cristiano Beltrami, tornano alla carica con una nuova richiesta (ancora in forma di interrogazione) al Comune.

La lista civica Novità a Cremona ha infatti depositato all’Ufficio di Presidenza del Consiglio comunale un’articolata interrogazione a risposta verbale, firmata dal capogruppo Alessandro Portesani e dal consigliere Cristiano Beltrami, che cerca "di far luce su una vicenda che si protrae da troppo tempo e che rischia di essere un elemento fortemente negativo riguardante la vita dell’importante istituzione musicale cremonese".

Nel testo della stessa interrogazione, fanno sapere i consiglieri, "si chiede se la Giunta ritenga che il canone fissato dalla Fondazione (€ 36.000/anno), combinato con i vincoli operativi previsti, rappresenti un assetto coerente e realmente sostenibile per l’avvio e la gestione del servizio".  

Si chiede inoltre "Se il Sindaco, quale rappresentante del Comune nella Fondazione, abbia sollevato o intenda sollevare in sede di CdA o Assemblea la necessità di valutare una revisione del canone o l’eventuale aggiornamento delle condizioni poste a base di gara. Se sia allo studio un alleggerimento delle limitazioni orarie e funzionali oggi imposte, al fine di rendere effettivamente praticabile un modello economico che consenta l’apertura stabile del servizio. Quali siano, ad oggi, le intenzioni della Fondazione circa i tempi e le modalità di attivazione del bar–ristorante, la cui prolungata assenza costituisce un evidente limite all’esperienza museale".

Proseguono Portesani e Beltrami: "Un’altra parte dell’atto di controllo riguarda il book-shop e le ragioni per cui questa attività commerciale  interna al complesso museale goda di un canone nullo o irrisorio, e sulla base di quali atti o criteri sia stata definita tale condizione e se, soprattutto, il Comune ritenga giustificabile, sotto il profilo dell’equità e della coerenza amministrativa, la disparità di trattamento tra bar-ristorante e bookshop in termini di canone e vincoli operativi".

È difficile immaginare - spiegano Portesani e Beltrami - come un’attività commerciale di questo tipo possa reggersi in equilibrio con regole tanto restrittive e un canone così elevato. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il servizio è chiuso da mesi e il Museo ne esce penalizzato.

Incalzano i consiglieri: “Non si comprendono i criteri che giustificano una differenza così marcata: da una parte si impone un canone elevato e condizioni rigide, dall’altra si concede gratuitamente uno spazio altrettanto strategico. È una disparità che solleva domande legittime e che non può essere liquidata come una semplice scelta tecnica”.

Il Museo del Violino - conclude Portesani - è il biglietto da visita culturale di Cremona. Non possiamo permetterci criteri incoerenti nelle sue concessioni interne. Se vogliamo attrarre gestori competenti e offrire servizi all'altezza del prestigio del Museo, dobbiamo mettere gli operatori nelle condizioni di lavorare e garantire che le scelte della Fondazione rispondano a criteri chiari e trasparenti.”

 

La foto è di reprtorio e ritrae l'ingresso della Chiave di Bacco, l'ultimo punto di ristoro nel Museo del Violino.

f.c.

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