L'intervento
13 nov 2025
"Voci e disegni dei bambini di Gaza", ieri l'incontro per sensibilizzare anche i più giovani sul dramma del popolo palestinese
Si è tenuto ieri, mercoledì 12 alle ore 10 presso l’Istituto Tecnico Torriani l'incontro "Voci e disegni dei bambini di Gaza". Ha introdotto, dando il benvenuto agli studenti, professori e ospiti in Aula Magna, la Preside Professoressa Simona Piperno.
Ospite l'operatrice umanitaria Giuditta Brattini, che per oltre 20 anni ha operato nella striscia di Gaza, supportando il personale sanitario in uno degli ospedali di Gaza City. Molto potente la presentazione alla tematica di Chiara Beccari, docente del Gruppo Scuola per la Palestina che fa parte del gruppo trasversale qui a Cremona di Paladine per la Palestina.
La platea a cui si sono rivolte è quella di giovani che devono acquisire consapevolezza di ciò che è reale, contro la propaganda fasulla dei “regimi” del mondo occidentale, che fino a pochi mesi fa, nonostante tutte le evidenze, faticavano ad accettare il termine GENOCIDIO.
Giustamente, Chiara, non ha tralasciato di citare le tante altre guerre in corso, con eguali atti di sterminio verso i civili indifesi, soprattutto donne e bambini, ma questo non toglie che l’orrore di Gaza e del resto della Palestina, non è un fatto posteriore al 7 ottobre 2023, ma è la volontà di portare a termine la completa estinzione violenta di un popolo: I Palestinesi!
Giuditta ha preso la parola partendo, giustamente dal contesto storico.
Con la Risoluzione 181/1947, il piano di partizione della Palestina Storica veniva così diviso:
il 56% del territorio assegnato a civili di religione ebraica, circa 600.000 individui.
il 44% del territorio assegnato a civili di religioni diverse (quindi anche cristiani) e atei, con il doppio degli individui (1.200.000) e Gerusalemme fruente di uno statuto speciale sotto l’egida dell’ONU.
Il problema si è rivelato fin da subito con il non rispetto, da parte di Israele, di quanto definito dalle Nazioni Unite e per far capire meglio sono state elencate in una “slide” le citazioni di alcuni Primi ministri Israeliani. Ve le riporto:
1937 David Ben Giuron: “Noi dobbiamo espellere gli arabi e prenderci i loro posti.”
1969 Golda Meir: “non esiste una cosa come il popolo Palestinese. Non è che noi siamo venuti e li abbiamo cacciati e preso il loro paese. Essi non esistono.”
1971 sempre Golda Meir: “Questo paese esiste come il compimento della promessa fatta da Dio stesso. Sarebbe ridicolo chiedere conto della sua legittimità.”
1988 Yitzhak Shamir: “I Palestinesi saranno schiacciati come cavallette … con le teste sfracellate contro i massi e le mura.”
1998 Ariel Sharon: “E’ dovere dei dirigenti d’Israele spiegare all’opinione pubblica, chiaramente e coraggiosamente un certo numero di fatti che col tempo sono stati dimenticati. Il primo di questi è che non c’è sionismo, colonizzazione, o Stato Ebraico senza lo sradicamento degli arabi e l’espropriazione delle loro terre”.
2001 ancora Arie Sharon: “Israele può avere il diritto di mettere altri sotto processo, ma certamente nessuno ha il diritto di mettere sotto processo il popolo ebraico e lo Stato d’Israele.”
Da qui si capisce meglio come si sia arrivati ad oggi, con il primo ministro Benjamin Netanyahu e il suo governo, che continuano a compiere imperterriti e impuniti le loro azioni genocidarie, incuranti degli avvertimenti, delle sanzioni e persino dei mandati di arresto internazionali. Loro si sentono il popolo “eletto” e quella è la loro “terra promessa” a qualunque costo e con qualsiasi mezzo.
Qui mi ricollego all’incontro avvenuto in duomo in occasione dell’evento “Come Omobono, donne e uomini di Pace”, dove ho ascoltato le sentite parole di Don Umberto Zanaboni, la narrazione fatta dal sindaco di Cremona Andrea Virgilio della drammatica storia della dottoressa Alaa al-Najjar, all’uccisione di nove dei suoi dieci figli, compreso il marito, una narrazione di dolore, resilienza e dignità che non ha eguali; ho ascoltato l’intervento del Vescovo Antonio Napolioni, recentemente tornato da un viaggio in terra Santa con Alti Prelati lombardi, ed infine l’intervento del rabbino Jeremi Milgrom, una voce attiva nella condanna da parte di parte del mondo ebraico nei confronti dei recenti massacri, ma che non mi ha convinto quando ha cercato di giustificare, almeno in parte ciò che sta accadendo a causa della “paura” di vivere con possibilità di attentati e atti terroristici...
Sicuramente ci sono stati molte azioni violente ed ingiustificate da parte di forze armate di resistenza palestinesi, come Hamas ed altri ancora prima, ma causate sicuramente da 80 anni di vessazioni, e che mai hanno avuto lo stesso numero di vittime tra i civili, che con ferocia e continuità vengono bersagliati in ogni momento della loro vita quotidiana e di ciò che l’esercito Israeliano ed alcuni gruppi di coloni hanno effettuato durante le varie “Nakba”
Basta andare a cercare le date, anche recenti, di attacchi come quello denominato “Piombo Fuso” dal dicembre 2008 al gennaio 2009 con oltre 1300 vittime, un quarto bambini, 5.000 feriti 250.000 sfollati, o quello chiamato “Margine Protettivo” da luglio ad agosto 2018 con 2.260 vittime di cui 580 bambini, 10193 feriti e 500.000 sfollati.
Il messaggio conclusivo è rivolto soprattutto alle nuove generazioni, mostrando dei video di bambini gazawi feriti, soli, spaventati, curati per terra, senza le medicine adatte, lasciati morire perché non arrivano neanche i normali farmaci per le terapie più importanti, perché in quel ghetto a cielo aperto che è Gaza, non arriva nulla senza il controllo sistematico dell’IDF che lascia entrare ben poco, e certamente nessun farmaco o prodotto proteico per l’infanzia: “Non restate indifferenti. Agite facendo arrivare le vostre voci ai governi, non fatevi ingannare dalla falsa propaganda che c’è la tregua e va tutto bene, perché non è così.”
E mi riallaccio ancora una volta alle parole del rabbino Milgrom, ieri in duomo, che dopo aver detto che oggi a Gaza va un po’ meglio e si muore meno da quando c’è la tregua, si è subito corretto nell’ammettere che neanche una singola morte, soprattutto se di un essere innocente come un bambino, può essere accettata.
Ieri si è parlato delle tre religioni monoteiste, i nostri fratelli maggiori, gli ebrei, e i nostri fratelli minori, gli islamici, perché Dio è uno, nel vecchio testamento era, a parer mio un Dio Potente e talvolta Duro, per noi Cristiani, Gesù è stato il più grande portatore di pace, addirittura con il “porgi l’altra guancia”, successivamente l’evoluzione ultima con il profeta Maometto, che ha originato l’islamismo. Ma nonostante siamo tutti discendenti di Abramo, sulla terra non riusciamo a vivere in pace. Allora non facciamoci dominare da ciò che disunisce, ma concentriamo la nostra conoscenza sul rispetto, la conoscenza, e soprattutto l’empatia.
Uscendo ho guardato i disegni che hanno dato il titolo all’incontro.
Bambini di 6, 12 anni che disegnano bombe, macerie, sangue, corpi spezzati, cuori infranti, bambini che non sappiamo neanche se sono sopravvissuti al momento in cui hanno riempito un foglio con i pochi colori a disposizione.
Nel diritto internazionale dei bambini, sulla base della convenzione ONU, 1989, il trattato più ratificato al mondo, riconosce i minori come titolari di diritti umani e li protegge da discriminazioni, abusi e sfruttamento. I principi fondamentali includono la non discriminazione, il superiore interesse del bambino, il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo, e il dovere di ascoltare la sua opinione. La Convenzione impone agli Stati di adottare misure legislative e amministrative per garantirne l'attuazione… allora come è possibile che in tante parti del mondo i bambini siano le prime vittime di sete di potere e dominio di governi?
Non resta che far sentire tutti, continuamente ed instancabilmente le nostre voci: CESSATE IL FUOCO, STOP GENOCIDIO e soprattutto RESTIAMO UMANI.
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Paola Tacchini
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