L'intervento

08 ago 2025
Piazza del Comune e Duomo

Cremona era una città ricca, soprattutto umanamente. Adesso vedo paura e rabbia: è la mancanza di prospettive la causa?

Cremona è una città meravigliosa, a misura d'uomo, ricca come lo sono sempre state molte piccole e medie province, ma quella ricchezza non era soltanto un fatto di soldi, di terre, di case o di chissà cos'altro.

Cremona, per come l'ho conosciuta io 15 anni fa, quando sono arrivato per la prima volta, era ricca soprattutto umanamente.

Qui c'erano famiglie sane, piene di amore e di allegria, pronte a farsi in quattro per aiutare gli altri e per fare qualcosa di buono, per loro stesse e per la comunità. Quelle belle famiglie ci sono ancora, ovviamente, e i loro figli non si azzuffano nelle strade, ma in appena tre lustri questa città è cambiata in modo radicale.

Ora le cose brutte, che una volta erano tipiche delle grandi città e delle loro periferie, sono arrivate anche qui. Adesso uscire di notte fa più paura, soprattutto quando la città è deserta e ti senti solo, ma più che la paura io sento spesso rabbia.

Una rabbia che mi costringe a domandarmi perché sia successo tutto questo. Perché gente che potrebbe vivere serenamente arriva ad un tale livello di frustrazione e di imbarbarimento.

Nelle grandi metropoli non è difficile capirlo (che ovviamente non significa approvare e nemmeno accettare): in quei luoghi per campare dignitosamente servono un sacco di soldi e la differenza tra chi li ha e chi no è struggente. 

Ma qui? Qui a Cremona, come in tante altre piccole città, i soldi sono utili, certo, ma non fanno una differenza macroscopica, se quello che ti interessa è stare bene e vivere sereno. Quindi cos'è che manca? Perché anche qui sta dilagando tutta questa rabbia e tutta questa violenza?

Ci penso e vedo un solo motivo, che non riguarda soltanto Cremona, ovviamente: mancanza di prospettive. Chi oggi guarda avanti fa molta più fatica a scorgere qualcosa di concreto.

Manca una direzione, manca un progetto, non c'è altro che una narrazione mediatica basata su emergenze, guerre, violenze, crimini.

La pessima informazione (la chiamano infotainment, ma non intrattiene affatto) ci sta schiacciando, ci fa arrabbiare e ci mette paura, mentre i governi si susseguono sbarcando il lunario tra polemiche feroci, accuse reciproche e scelte controverse, che spaccano il paese e alimentano soltanto livore e malcontento.

Cosa ci dovremmo aspettare da un simile panorama?

Claudio Gagliardini

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