L'intervento

29 ott 2025
Ciclabile Trento Trieste

Lettera aperta all’Assessore Zanacchi: "Cronache da una corsia ciclabile che cambia colore politico. Almeno lasciateci gli alberi: loro non votano"

Gentile Assessore Zanacchi,
 
c’è una domanda che da cittadino — e ciclista con ancora tutti i denti, miracolosamente — non riesco a scrollarmi di dosso.
Mi può spiegare, con calma e magari con un disegno tecnico, perché la corsia ciclabile di Viale Trento e Trieste, realizzata dalla giunta Perri (centrodestra), era “pericolosa”, mentre quella di Via Massarotti, partorita dalla vostra giunta Galimberti–Virgilio (centrosinistra), è improvvisamente diventata “sicura”?
 
Perché a occhio — e a bicicletta — le due corsie sono gemelle, se non addirittura clonate:
 
• stessa linea tratteggiata bianca;
• stessa posizione a destra della carreggiata, a fianco delle auto in sosta (pronte a spalancare portiere assassine);
• stesso rischio di essere trasformati in decalcomania da cofano ogni volta che un’auto svolta;
• stesso ciclista, stesso asfalto, stesso pericolo.
 
Solo un piccolo dettaglio cambia: il colore politico della vernice.
Prima la chiamavate “trappola mortale”, oggi la celebrate come “mobilità sostenibile”.
Prima era “una follia pericolosa”, oggi è “un segno di civiltà urbana”.
Miracoli dell’urbanistica elettorale.
 
Dal punto di vista tecnico, lo sapete meglio di me: non c’è alcuna differenza sostanziale.
Cambia solo il calendario: quella di Perri fu tracciata prima del 2020, quando il Codice della Strada non aveva ancora inventato il nome “corsia ciclabile” (art. 3, comma 12-bis, D.L. 76/2020).
Quella vostra è arrivata dopo, quindi “benedetta” dal legislatore e automaticamente sicura per grazia normativa.
 
Anzi, avete pure speso soldi pubblici, tolto parcheggi e – ciliegina sulla pista – abbattuto sette alberi per cancellare la corsia ciclabile di Viale Trento e Trieste (quella che voi stessi definivate “pericolosa”) e sostituirla con una nuova “pista ciclabile sicura”… tra le solite polemiche! In pratica, avete rifatto la stessa cosa, ma con l’etichetta aggiornata e il conto a carico dei cittadini.
 
Però, mi consenta una modesta osservazione: la sicurezza dei ciclisti non si misura con la data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, ma con la distanza dalle portiere e il rispetto degli automobilisti.
E in questo, ahimè, non è cambiato nulla.
 
Allora, caro Assessore, la domanda resta:
era pericolosa prima o lo è ancora adesso, ma con la targhetta “smart”?
Perché se il rischio è lo stesso, almeno lasciateci i parcheggi e gli alberi: loro, poveretti, non votano.
 
Con pedalata indignata ma educata,
Ciclista sopravvissuto a entrambi i mandati comunali.

Antonio Sivalli

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