L'intervento

19 nov 2025
asilo nido Foto di Evgeni Tcherkasski da Pixabay

Mancata attivazione del servizio estivo dei nidi Comunali, la decisone crea forti disagi per i genitori: partita una raccolta firme

Stop al servizio estivo dei nidi Comunali. La decisione sta facendo molto discutere e su questo riceviamo una lettera di una lettrice che informa che, come si legge dal verbale di Consiglio del Nido comunale Lancetti del 10/06/2025, "La coordinatrice informa che ci sarà un grande cambiamento del nido estivo per l’a.e. 2025/2026. Non ci sarà il nido estivo poiché non è più possibile accorpare i nidi (vd. normativa regione Lombardia) ma l’a.e. 2025/26 chiuderà il 10 luglio con la presenza delle educatrici del nido che garantiscono il servizio durante l’intero anno".

Ecco di seguito la lettera arrivata in redazione.

Gentile Redazione,

desidero portare all’attenzione dei lettori una difficoltà che molte famiglie stanno vivendo con crescente preoccupazione: la mancata attivazione del servizio estivo dei nidi Comunali. Una decisione che, pur potendo avere motivazioni organizzative o economiche, sta creando un impatto significativo sulla quotidianità di tanti di genitori.

Con l’arrivo dell’estate, la chiusura dei servizi educativi per la prima infanzia lascia molte famiglie senza alternative realmente praticabili. Non tutti possono contare sull’aiuto dei nonni o su ferie aggiuntive; molti genitori lavorano con contratti rigidi o in settori in cui l’assenza non è facilmente gestibile.

Di conseguenza, tante famiglie sono costrette a ricorrere a soluzioni d’emergenza, spesso costose e non sempre adatte ai bisogni dei bambini così piccoli.

La mancata apertura dei nidi estivi non rappresenta solo un problema logistico: è un elemento di fragilità che pesa sia sull’equilibrio familiare sia sulla serenità dei bambini, che si vedono privati della loro routine, dei loro spazi educativi e delle relazioni con i coetanei.

Di fronte a questa situazione, molti genitori hanno avviato una raccolta firme da presentare in Comune, chiedendo con forza che l’amministrazione si faccia carico di questo bisogno reale. L’obiettivo non è creare polemica, ma sollecitare l’attivazione di soluzioni concrete: l’apertura anche parziale del servizio, convenzioni con strutture private, contributi economici alle famiglie o quantomeno una comunicazione più chiara e tempestiva. 

Garantire servizi educativi continui non è un favore, ma un investimento nella qualità della vita delle famiglie e nello sviluppo dei più piccoli. Auspichiamo che il problema non venga ignorato e che si possa aprire un dibattito serio su come evitare che situazioni simili si ripetano.

Lettera firmata

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tutti gli articoli