L'intervento

10 nov 2025
Euro Foto di moerschy da Pixabay

Stipendi pubblici alle stelle: ai politici dico: L'Italia "giusta" dov'è? Fate come i disabili, provate a vivere con 336 euro al mese

L’Italia è meravigliosa. Nel Paese dove chi lavora guadagna meno di chi fa politica da seduto, i Comuni più piccoli avranno sindaci da 2.200 euro lordi al mese, quelli medi saliranno a 4–6 mila, e nelle grandi città si arriverà a 14 mila. Tutti contenti, tranne chi deve pagare la luce, il gas e l’affitto.
E, come sempre, nessuna indignazione vera: perché quando gli aumenti li votano “i nostri”, il silenzio è bipartisan.
 
L’ipocrisia, in Italia, non ha colore politico. Ha solo un conto corrente unico.
 
Ripartizione approssimativa degli aumenti di stipendio dei sindaci italiani:
 
• Grandi città metropolitane (14 sindaci): ~1,1 milioni €/anno in più
• Capoluoghi sopra 100.000 abitanti: ~0,5 milioni €/anno
• Capoluoghi sotto 100.000 abitanti: ~38 milioni €/anno
• Comuni da 50–100.000 abitanti: ~35 milioni €/anno
• Comuni da 30–50.000 abitanti: ~62 milioni €/anno
• Comuni da 5–10.000 abitanti: ~234 milioni €/anno
• Comuni sotto 3.000 abitanti: ~60 milioni €/anno
 
Totale stimato: circa 330–350 milioni di euro all’anno di maggior spesa pubblica.

 
Un piccolo “ritocco” per rendere la politica più “appetibile”.
 
Signori politici, di destra, di sinistra e di centro (quello che conviene al momento): non indignatevi troppo, non è un attacco. È solo uno specchio. Parlate tanto di “Italia giusta”, di “merito”, di “equità”. Ma l’Italia giusta dov’è?

È forse quella dove chi lavora guadagna meno di chi fa politica da seduto? È quella dove un disabile deve sopravvivere con 336 euro al mese — sì, trecentotrentasei — mentre voi, tra un consiglio e una conferenza stampa, discutete di quanto vi spetta “per responsabilità istituzionale”?
 
Non prendetevela con chi si indigna per l’aumento del CNEL. Perché lo scandalo non è che il CNEL si sia aumentato lo stipendio oggi: lo scandalo è che lo avete sempre fatto, tutti.
Quando governava la destra, quando governava la sinistra, quando governavate insieme. Ricordate il 2022, governo Draghi, “unità nazionale”? Tutti dentro, tranne la Meloni.
Aumenti agli stipendi dei sindaci: applausi, silenzio generale, e nessuno con i forconi sotto i Comuni. Nessun influencer indignato, nessuno sciopero, nessuna diretta social in lacrime. Strano, vero? L’indignazione, in Italia, ha sempre una tessera di partito in tasca.
 
E allora diciamolo chiaramente: la politica di oggi non fa più il bene comune, fa il bene del proprio portafoglio. Del sindaco, dell’assessore, del consigliere, del parlamentare di turno. Sempre pronti a tagliare bonus, sanità, sostegni, ma mai pronti a tagliare se stessi.
 
Volete una proposta seria — anzi, satiricamente seria? Votate di guadagnare come un disabile. Stabilite che chi amministra il Paese debba vivere con 336 euro al mese. PER TUTTO IL VOSTRO MANDATO. Senza auto blu, senza diaria, senza vitalizio. Poi facciamo un referendum confermativo. Vedrete che il SÌ toccherebbe il 100%.
 
Altro che quorum. Per una volta, l’Italia si muoverebbe davvero. Ma non lo farete, lo sappiamo. Perché l’ipocrisia è la vera rendita politica del nostro Paese: non conosce crisi, non ha inflazione e rende più di qualsiasi stipendio pubblico. 
 
Allora continuate pure a discutere di “responsabilità istituzionale”. Noi, nel frattempo, continueremo a guardare un’Italia che arranca, dove chi lavora è povero, chi è fragile è invisibile, e chi comanda trova sempre un modo per darsi un premio. E quando qualcuno proverà a indignarsi di nuovo, ricordategli solo una cosa: non è questione di destra o sinistra. 
 
È questione di coscienza. E quella, purtroppo, non si vota, non si compra e — a giudicare dai fatti — non si paga più. 
 
Con amara ironia,
un cittadino senza colori, ma con memoria.

Antonio Sivalli

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