L'intervento
27 ago 2025
Tra allevamenti intensivi, metano, inquinamento, mezzi pesanti e viabilità: un'amara riflessione stimolata da un incidente mancato
Martedì mattina, pochi minuti alle otto, percorro in auto la via Bosco per andare al lavoro. La radio vomita notizie strazianti che giungono dai contesti di guerra. Conosco da sempre quella strada, ogni suo angolo cieco, ogni pericolo.
Sbucando da una curva, mi trovo davanti un mezzo pesante, enorme, stracarico. Il mostro metallico è lanciato in una manovra contro mano tanto veloce quanto scriteriata, ad una velocità che non ammette alcun ripensamento.
Sta svoltando a novanta gradi nella capezzagna alla sua destra: un ripido budello sterrato che scende dall’argine verso il piano campagna per collegarsi ad una vecchia cascina in fase di abnorme ampliamento, nel nome dell’aumento della produttività degli allevamenti intensivi nel territorio che conta più bestie che anime.
Il peggio viene evitato solo dalla mia prudenza in quel tratto di strada nel quale transitano abitualmente auto e moto lanciate in demenziali accelerazioni, come se uscissero dal ‘cavatappi’ del circuito di Laguna Seca.
Sono attimi di sguardi feroci, parole ruvide e gesti rapidi che servono più a smaltire l’adrenalina che a risolvere civilmente la situazione, nella comune consapevolezza che per stavolta è andata bene. La giornata potrà proseguire produttiva per residenti e maestranze impegnate a costruire a tempo di record l’ennesimo allevamento intensivo alle porte della città.
Ed è nei minuti successivi che i pensieri si riorganizzano e sorgono le domande.
Da anni i residenti pongono a tema dell’amministrazione la pericolosità di quella strada. Negli ultimi due, poi, la vicenda dell’impianto di biometano che A2A avrebbe voluto realizzare ha rappresentato un’autentico tormentone per le amministrazioni che si sono dovute arrendere alle ragioni degli oppositori che hanno ottenuto il diniego dell’autorizzazione in conferenza dei servizi.
Per mesi si è dibattuto di osservazioni sul carico di traffico pesante insostenibile, d'inquinamento, polveri, gas tossici. Nessuno ha considerato che le medesime osservazioni sono applicabili anche a un allevamento intensivo?
Possibile che nessuno di coloro che si sono stracciati le vesti per il possibile impatto della Strada Sud nello stesso contesto abbia eccepito nulla in tema di consumo di suolo? Di avvicinamento del fronte del cemento e delle emissioni di metano all’argine ciclabile?
Possibile che gli stessi uffici che in conferenza dei servizi si sono sperticati per l’inadeguatezza di una recinzione, nulla abbiano eccepito per questo nuovo scempio edilizio in pieno parco del Po?
Possibile che la pericolosità della viabilità in accesso e uscita dal nuovo mega allevamento non abbia comportato la minima valutazione da parte degli uffici competenti?
Evidentemente è così. Evidentemente di fronte al potere economico dei privati che investono per il proprio profitto l’interesse pubblico passa sempre in secondo piano in questo territorio lento nel ragionamento, povero di coraggio e veloce solo in uscita dal ‘cavatappi’ di via Bosco, dove chiunque può sperimentare la vertigine di una accelerazione che fa dimenticare che l’unico gas aperto è quello in cui siamo perennemente immersi.
Luigi Lipara
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