Attualità
04 dic 2025
Adolescenti e disuguaglianze educative: Cremona ultima in Lombardia nelle competenze di base. Quale futuro attende i nostri figli?
Cremona è una provincia ricca di storia, cultura, manifattura. Ma quando si parla di adolescenti e di possibilità di costruirsi un futuro, i numeri raccontano un’altra storia: gli studenti cremonesi risultano ultimi in Lombardia per competenze alfabetiche e penultimi per quelle numeriche, secondo le elaborazioni Openpolis – Con i Bambini su dati Invalsi e Istat.
Un dato che pesa ancora di più se si considera che la città capoluogo presenta uno dei livelli più bassi di “potenziale disagio economico” familiare: solo l’1% delle famiglie rientra nelle condizioni di difficoltà rilevate dal censimento Istat.
In altre parole: non è la povertà materiale a frenare i ragazzi cremonesi, ma qualcosa che riguarda il contesto educativo complessivo.
Cremona in coda alla Lombardia: i numeri
Il confronto con le altre province lombarde è netto. La nostra provincia ha l’1% di famiglie con disagio economico, una fattore di competenza alfabetica di 201,63 e competenza numerica di 208,30.
Per comprendere la portata del divario, basta guardare i territori più vicini:
• Lodi: 1,3% di famiglie in potenziale disagio, competenza alfabetica 212,19
• Mantova: 1,2% di disagio, competenza alfabetica 210,18
• Brescia: 1,4% di disagio, competenza alfabetica 210,62
Anche nelle competenze numeriche Cremona si colloca in fondo: solo Como, con 204,07, fa peggio della nostra provincia.
Il risultato è ancora più sorprendente se confrontato con realtà dal profilo socioeconomico simile: Monza, Lecco e Bergamo, dove il disagio familiare è tra l’1% e l’1,2%, esprimono punteggi Invalsi significativamente migliori, spesso superiori a 215 punti.
Quando il territorio pesa più del reddito
Il quadro lombardo è coerente con ciò che emerge dal report nazionale “Adolescenza, il diritto di scegliere il proprio futuro” realizzato da Openpolis e Con i Bambini, dove si evidenzia come le differenze territoriali incidano quanto – e talvolta più – delle condizioni economiche nella capacità dei ragazzi di sviluppare competenze solide.
Le ricostruzioni effettuate a livello nazionale mostrano un problema strutturale: “In molte aree del Paese, il luogo in cui si cresce influisce in modo determinante sulle competenze di base e, di conseguenza, sulle opportunità di scelta nella vita adulta.” (Fonte: elaborazioni Openpolis – Con i Bambini su dati Invalsi e Istat)
Cremona sembra inserirsi pienamente in questa dinamica: nonostante un contesto socioeconomico relativamente stabile, gli esiti scolastici risultano inferiori alla media regionale, segnalando una fragilità educativa che va oltre l’indicatore di disagio.
Perché Cremona fatica?
I dati da soli non spiegano tutto, ma indicano direzioni chiare:
1. Una città con pochi segnali di “allerta”, ma con risultati bassi
Il basso disagio economico (1%) potrebbe generare una percezione di benessere diffuso, riducendo la spinta a investire in servizi educativi e spazi di crescita per gli adolescenti.
2. Opportunità educative distribuite in modo diseguale sul territorio
Le province lombarde con risultati migliori sono spesso quelle con una maggiore densità di servizi extrascolastici, reti associative, iniziative culturali accessibili ai giovani. Cremona sconta una maggiore dispersione territoriale.
3. Il peso della mobilità e dell’isolamento dei comuni più piccoli
La provincia è tra le più estese della Lombardia ma con centri urbani medio-piccoli: questo può tradursi in minore accesso a stimoli culturali e sociali, soprattutto per i ragazzi che vivono lontano dai centri maggiori. Non va ovviamente trascurata anche l’offerta culturale proposta agli adulti, che può fortemente condizionare anche l’attitudine dei figli.
Un segnale per il territorio: investire sui giovani conta
Il rischio è che questi divari — oggi misurati nelle competenze alfabetiche e numeriche — si trasformino domani in opportunità mancate: percorsi scolastici più fragili, scelte di studio limitate, occupabilità ridotta.
L’indagine Openpolis-Con i Bambini, a livello nazionale, definisce questo fenomeno come “scelte compromesse”: situazioni in cui il futuro dei ragazzi appare condizionato non dalle loro capacità, ma dal contesto in cui sono nati.
Cremona, con i suoi dati, ci dice che non basta “stare bene” economicamente.
Servono:
• più investimenti educativi, soprattutto nelle competenze di base;
• reti di comunità più forti che coinvolgano scuole, famiglie, terzo settore;
• spazi e opportunità in cui gli adolescenti possano confrontarsi, crescere, scoprire talenti;
• monitoraggio costante dei dati, per intervenire dove i segnali sono più critici.
I numeri non vanno letti come una condanna, ma come un campanello d’allarme. Cremona ha tutte le condizioni per migliorare: un tessuto sociale stabile, una comunità attenta, scuole di qualità.
Ma i risultati attuali indicano che serve una forte riflessione e un netto cambio di passo.
Marco Degli Angeli
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