Attualità
08 ott 2025
Con tutti i problemi che hanno i cittadini lombardi, tra sanità e trasporti, il Consiglio regionale si scanna sulla nuova legge a favore dei cacciatori
E' proprio il caso di dirlo: sulla caccia si apre il fuoco incrociato tra maggioranza e opposizione in Regione Lombardia. Sul controverso tema, che non mancherà di sollevare le associazioni animaliste anche a seguito dell'apertura govenativa, il Consiglio regionale ha recentemente approvato il Progetto di legge n. 134.
Alla faccia delle tante, vere emergenze lombarde: trasporti (ferroviari in primis) e sanità (liste d'attesa, giusto per fare il primo e più immediato esempio, anche se la lista sarebbe lunga).
Ma quel che preme è la caccia. E qui arriva il lungo lunedì di battaglia al Pirellone. In sintesi, a conclusione dell'infuocata seduta di Consiglio di lunedì è stata approvata la legge di modifica delle norme regionali sulla caccia, che ora recepisce quanto è stato stabilito dalla recente legge nazionale sulla promozione delle zone montane.
La novità principale riguarda l'abolizione del divieto di attività venatoria sui valichi montani interessati dalle rotte di migrazione. Ebbene, la nuova formulazione viene pertanto inserita nella legge regionale n. 26 del 1993 e prevede l'istituto dei valichi montani attraversati dalle rotte di migrazione di particolare rilievo. Questi valichi, individuati con decreto del Ministero dell'Ambiente, potranno essere considerati in tutto o in parte territorio protetto mediante l'istituzione da parte della Regione di zone di protezione speciale (ZPS).
Soddisfatto per il provvedimento il consigliere Marcello Ventura (Fratelli d'Italia), che ha commentato: "La legge restituisce certezze ai cacciatori lombardi, salvaguarda la tradizione venatoria e rafforza il ruolo delle comunità montane nella gestione e tutela del territorio. Inoltre, il progetto di legge non comporta nuovi oneri finanziari per la Regione e rappresenta un passo chiaro verso un quadro normativo stabile e trasparente".
Aggiunge infine Ventura: "Con questo progetto di legge assicuriamo regole certe e coerenti con la legge nazionale, tutelando la tradizione venatoria delle nostre montagne. La chiarezza normativa non è un dettaglio: significa garantire serenità a chi vive la montagna e alle comunità che da sempre ne custodiscono le attività".
Di tutt'altro avviso l'opposizione al Pirellone, che interviene attraverso la dichiarazione di voto dei suoi consiglieri.
“La fretta con la quale si è voluto procedere - precisa il capogruppo in Commissione Agricoltura, Marco Carra - fa il paio con i tanti scivoloni che la maggioranza ha compiuto su questa vicenda, a dimostrazione che il provvedimento si è portato avanti con forzature. Gli stessi uffici della Commissione Agricoltura ci hanno confermato che la proposta di atto amministrativo propedeutica a questo progetto di legge era stata inserita all’ordine del giorno in violazione del regolamento. Per questo abbiamo occupato la presidenza, per riaffermare il principio del rispetto delle regole, e proprio noi siamo stati espulsi dal presidente, che per primo ha violato le regole. E ci inquieta e ci lascia perplessi la velocità che è stata riservata a coloro che vogliono cimentarsi con la caccia nei valichi e non c’è invece fretta per le liste d’attesa in sanità, per i pendolari e i disagi che patiscono quotidianamente, per le imprese in difficoltà, per gli agricoltori e le loro aziende”.
“Tutto ciò che è stato proposto all’interno di questo provvedimento è qualcosa che non ha nulla a che fare con la tutela dell’ambiente, tanto meno della fauna. Anzi, contraddice le sentenze della Corte costituzionale che sono state interpretate in modo inverso rispetto a ciò che invece chiedevano e cioè che i valichi fossero rispettati", gli ha fatto eco il consigliere Gigi Ponti.
Infine, il consigliere cremasco Matteo Piloni, componente della Commissione Agricoltura: “A chi distorce la realtà dei fatti ricordiamo le parole del presidente Fontana che, nell’ottobre del 2022, aveva risposto ai cacciatori che lo criticavano per non aver fatto abbastanza dicendo che tra loro c'erano ‘più mele marce che sane’. Parole mai smentite. Ecco perché queste continue forzature: per recuperare, soprattutto da parte di Fratelli d’Italia, un po’ di consenso, non trovando altre soluzioni che forzare le regole. Il tema non è caccia sì, caccia no. Ognuno ha le sue sensibilità, anche all’interno della stessa maggioranza e persino della Giunta. Qua si sta chiedendo il rispetto delle regole per fare in modo che gli atti siano legalmente solidi, anche a tutela dell’attività venatoria stessa”.
Insomma, che la si guardi dal punto di vista del centrodestra o che la si guardi dal punto di vista del centrosinistra, guai a mettere in discussione la caccia. Anzi, da oggi in poi, ai cacciatori viene dato ancora più spazio sui valichi di montagna.
E su una cosa ha di certo ragione il Pd: i tanti problemi che i cittadini lombardi e dunque anche cremonesi si trovano a dover affrontare posso aspettare. Prima di sciogliere gli enormi nodi della sanità o del trasporto ferroviario, meglio pensare alla caccia. E magari scannarsi pure in Consiglio regionale per il relativo progetto di legge.
Federico Centenari
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