Attualità

28 set 2025
Biloni Salini e De Bellis

Da Cremona Musica il monito dell'europarlamentare Massimiliano Salini: "Industria e agricoltura non possono più aspettare"

Veniamo da cinque anni della precedente Commissione europea caratterizzati da una vera e propria cultura della deindustrializzazione. Tuttavia, ci sono già alcuni segnali positivi, ad esempio sul fronte delle politiche energetiche, ma non sono sufficienti”.

Lo ha detto l’europarlamentare di Forza Italia Massimiliano Salini a margine della sua partecipazione a Cremona Musica International Exhibitions and Festival, la fiera internazionale della musica e degli strumenti musicali che si tiene ogni anno a Cremona, città natale di Stradivari e polo internazionale dello strumento musicale, che si conclude questa sera presso CremonaFiere.

Devo aggiungere che, come sulle politiche commerciali, le frizioni tra Europa e Stati Uniti - generate dalle provocazioni ‘trumpiane’ - non aiutano questo processo”, ha aggiunto Salini, secondo cui è necessario “iniziare a concepirci non come completamente autosufficienti, ma certamente sempre più strategicamente autonomi, cercando anche mercati alternativi. Gli accordi commerciali in corso con altre aree del mondo dimostrano che questa strada è percorribile”.
 
Infine, sulla possibilità di una centralizzazione dei fondi di coesione Ue, oggi in capo alle Regioni, l’europarlamentare ha sottolineato: “Il vero problema è la fusione dei fondi di coesione con quelli della Pac (Politica agricola comune), cioè i fondi destinati all’agricoltura. Questo, a mio avviso, è un errore. L’agricoltura, come altri settori strategici, ha bisogno di un budget dedicato, in modo che le politiche agricole non vengano confuse con altre politiche e non vedano ridotta la loro efficacia, ritrovandosi a sostenere con le proprie risorse altri strumenti. Non dimentichiamolo: ogni anno l’agricoltura perde fondi. Un tempo cubava più del 50% del bilancio europeo, ma oggi stiamo assistendo a un progressivo dimezzamento. Questo è il primo elemento da sottolineare. Il secondo, altrettanto importante, riguarda le regole con cui quei fondi vengono distribuiti e utilizzati. Puoi anche avere un budget consistente, ma se le regole sono concepite in modo da dirottare quelle risorse verso altri territori o verso modelli agricoli differenti, allora il risultato è che quelle risorse non servono realmente a sostenere la nostra agricoltura”.

Nella foto, da sinistra, Biloni, Salini e De Bellis.
 

redaz.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tutti gli articoli