Attualità

09 dic 2025
Virgilio e Aler

Fratelli sfrattati dall'Aler, intervista con il sindaco Virgilio: "Andava costruito un percorso condiviso, ma hanno agito rapidamente, come dei burocrati"

Il punto non è solo lo sfratto, quanto la procedura fin troppo “zelante” da parte dell'Aler, che pure ha le sue ragioni (la morosità degli inquilini). Questo, in sintesi, il pensiero del sindaco Andrea Virgilio a fronte del caso che in questi giorni sta occupando le cronache locali.

La vicenda è ben nota: due fratelli (uno di 55 anni, l'altro di 53), uno dei quali costretto su una carrozzina a causa di una malattia degenerativa, sono stati sfrattati dall'alloggio di edilizia pubblica di proprietà dell'Aler, in via Fatebenefratelli. L'aler, vale la pena ricordarlo, è l'Agenzia Regionale Lombarda per l'edilizia residenziale.

A quanto appurato e riportato da La Provincia, lo sfratto è stato eseguito per morosità. I due fratelli hanno infatti dichiarato al giornale che «Abbiamo smesso di pagare l’affitto per protesta». Protesa, precisa La Provincia, contro “infiltrazioni maleodoranti provenienti da lavandini e sanitari, contro ambienti gelidi, contro un ascensore che spesso si fermava e li imprigionava al primo piano”.

Ora, le ragioni degli inquilini e quelle dell'Aler si possono per il momento tenere fuori dal discorso. Il tema è semmai quello dell'assistenza in casi, come questo, di fragilità. Ed è qui che deve intervenire il Comune, al quale l'Aler, giusto ieri, con una nota ha chiarito che “La procedura di decadenza avviata da Aler non è stata né improvvisa né immotivata. Al contrario, è frutto di un percorso lungo, documentato e caratterizzato dall’assenza di riscontri da parte degli interessati”.

Sindaco, un rimpallo di responsabilità?

Assolutamente no – replica il sindaco –. Situazioni di marginalità e di morosità ci sono, purtroppo, sia negli alloggi gestiti dall'Aler che in quelli del Comune. La difficoltà sta semmai nell'identificare la morosità colpevole da quella incolpevole”.

Cosa non ha funzionato in questo caso?

Il punto è che va bene comunicare attraverso le PEC, ma se non costruisci, per tempo, un percorso con il Comune, si arriva a casi limite come questo. In altre parole, quando gli inquilini vengono sfrattati, il Comune non ha la possibilità di inserirli in contesti ERP o in alloggi di emergenza”.

Insomma, è mancato un percorso condiviso?

Diciamo che da un'azienda che si occupa di alloggi e di situazioni delicate non ci si può aspettare solo un dialogo attraverso delle PEC. Occorre impostare un percorso comune”.

L'Aler sostiene di aver agito secondo le procedure.

Il Comune ha letto tutte le PEC inviate, se non ricordo male, tra ottobre e novembre, l'attivazione c'è stata ma l'inquilino non si è presentato. E il percorso dell'Aler è stato molto veloce. Mi riferisco al tempo intercorso tra l'invio della PEC e lo sfratto effettivo. Ecco, sorprende questa tempistica così stretta”.

Il Comune ha offerto un'alternativa a queste persone?

Certamente, abbiamo offerto un alloggio temporaneo presso la Caritas o in un albergo ma le persone interessate hanno detto che hanno le loro reti. Anche questo denota la mancanza di un percorso condiviso, perché da un'azienda che si occupa del tema dell'abitazione e delle fragilità mi aspettavo un atteggiamento diverso".

Vale a dire?

"Si sono comportati da burocrati. L'aiuto transitorio il Comune lo ha offerto e l'attivazione da parte nostra c'è stata, ma tutto questo a sfratto avvenuto. Per questo sottolineo che era necessario attivarsi prima, costruire un percorso condiviso per risolvere il problema prima dello sfratto effettivo, avvenuto, ripeto, rapidamente”.

Ha usato un termine forte: burocrati...

L'Aler ha agito solo via PEC, ma qui, in casi di questo tipo, si deve agire in modo sociale. Uno sfratto non consente di attivare per tempo l'attività emergenziale, è questo il punto”.

E pensare che il Comune ha parecchi alloggi disponibili...

Assolutamente. Abbiamo alloggi che potremmo dare a queste persone, che però hanno fatto una scelta diversa. E abbiamo anche alloggi che stiamo recuperando attraverso i fondi del PNRR. Quindi il problema in questo caso non è certo la carenza di appartamenti. Il problema è la procedura seguita, troppo repentina e non in grado di conciliarsi con l'attività dei servizi sociali”.

Federico Centenari

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