Attualità

01 lug 2025
Santo Canale

Giovani con coltelli per le vie di Cremona, l'assessore Canale: "Via a campagne di sensibilizzazione, favorire integrazione tra diverse etnie"

Cremona non è immune dalla diffusione di lame tra i giovani. Le cause, a prescindere da un'evidente crisi sociale giovanile, sono riconducibili in primo luogo ad un fattore culturale per cui il possesso di un'arma da taglio non denota alcuna anormalità”.

Così l'assessore alla Sicurezza, Santo Canale, ieri pomeriggio (30 giugno) ha approcciato il tema della sicurezza a Cremona intervenendo in Consiglio Comunale a fronte dell'Ordine del giorno presentato dalla capogruppo del Gruppo consiliare Oggi per Domani, Maria Vittoria Ceraso, sulla “emergenza lame tra i giovani: iniziative e campagne di sensibilizzazione”.

Nel suo Ordine del Giorno, la Consigliera Ceraso sottolinea che “la diffusione di armi bianche tra i minori rappresenta un fenomeno preoccupante anche nella nostra città. Sempre più adolescenti e giovani adulti portano con sé coltelli anche a scuola e soprattutto la sera. All'origine di questo comportamento c'è spesso l'errata convinzione che i coltelli servano a proteggere se stessi e gli amici. Avere un coltello con sé porta solo ad esasperare ulteriormente una situazione conflittuale con potenziali e drammatiche conseguenze come avvenuto in vari e recenti episodi”.

Ebbene, l'assessore ha replicato che “Si confermano i dati presentati dalla consigliera Ceraso: Cremona non è immune dalla diffusione di lame tra i giovani. Le cause, a prescindere da un'evidente crisi sociale giovanile, sono riconducibili in primo luogo ad un fattore culturale per cui il possesso di un'arma da taglio non denota alcuna anormalità. I minorenni, di conseguenza, sono la fascia più colpita perché rappresentano l'onda lunga degli immigrati di seconda generazione che crescono e si confrontano con i coetanei, normalizzando questo comportamento totalmente illecito che tuttavia a volte viene confuso con il diritto all'autodifesa”. 

Già in tempi remoti – ha aggiunto l'assessore –, nell'art. 4 della L. 110/1975 e prima ancora il codice penale, il legislatore ha vietato, sanzionandolo penalmente, il porto abusivo di armi e oggetti atti ad offendere, per la verità sanzionando la condotta, nella sua versione non aggravata, con pene assai poco incisive, qualificandolo come un reato soggetto a contravvenzione”. 

Dal punto di vista repressivo – ha proseguito l'assessore –, la Polizia Locale insieme alle altre forze di Polizia opera sul territorio rinvenendo molto spesso armi bianche che vengono prontamente sequestrate, tuttavia spesso accade in conseguenza di reati già consumati e quindi l'aspetto repressivo va sicuramente affiancato da percorsi educativi a partire dai giovanissimi”. 

Di qui la riflessione dell'assessore per far fronte al fenomeno: “I retaggi culturali vanno abbattuti su due fronti: da un lato, abbandonare la convinzione che sia necessario difendersi da soli, senza affidarsi alla legge e alle istituzioni; dall'altro, serve una cultura della legalità che evidenzi il vizio del ricorso alle armi e favorisca l'integrazione e il dialogo tra etnie diverse basato su valori comuni di legalità, a prescindere dal paese di origine”

A questo proposito – ha aggiunto –, nell'ambito delle politiche educative, sentita l'assessora Roberta Mozzi, si ritiene possibile e proficuo inserire il tema delle "armi bianche" nelle varie campagne di sensibilizzazione in tema di civismo e rispetto della legalità proposte dall'Amministrazione comunale”.

L'Ordine del Giorno di Ceraso, approvato all'unanimità, impegna infatti il Sindaco e la Giunta a “porre la questione specifica della diffusione di armi bianche, in particolare dei coltelli, tra i minori all'attenzione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica al fine di individuare azioni di contrasto attraverso un'attività di controllo mirata ed eventuale punizione” e a “promuovere una campagna di sensibilizzazione per spronare i giovani a lasciare il coltello a casa e a fare tutto il possibile per favorire una convivenza sicura e senza violenza”.

f.c.

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