Attualità
22 dic 2025
Impianto di frantumazione rottami di Arvedi in via Riglio: dalla Provincia il via libera con il decreto che contempla tutte le criticità
La Provincia di Cremona ha adottato il decreto con cui viene rilasciata l’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) all'Acciaieria Arvedi per l’impianto di frantumazione rottami situato in via Riglio 21, nel territorio comunale di Cremona. L’atto è datato 16 dicembre 2025 ed è stato assunto al termine della Conferenza di Servizi.
L’autorizzazione ha durata quindicennale e sostituisce in un unico provvedimento i titoli ambientali relativi a scarichi idrici, emissioni in atmosfera e impatto acustico, fissando una serie di prescrizioni vincolanti.
Ecco quanto emerge dal decreto 656 del Settore Ambiente e Territorio della Provincia.
Acque di prima pioggia: rischio di sostanze pericolose
Nel decreto, la Provincia dedica particolare attenzione alla gestione delle acque meteoriche di prima pioggia, che interessano superfici industriali complessive superiori a 64 mila metri quadrati, sulle quali avvengono le attività di stoccaggio dei rottami ferrosi.
In merito alla qualità di tali acque, l’ente afferma testualmente che, “tenuto conto dell’attività svolta nel sito, della tipologia di materiali processati e delle modalità di stoccaggio adottate (in cumuli sui piazzali), non si può escludere la presenza nelle acque di prima pioggia delle sostanze pericolose”, richiamando quelle individuate dalla normativa ambientale nazionale.
Alla luce di questa valutazione, la Provincia dispone un sistema di monitoraggio prudenziale, imponendo che le analisi comprendano anche parametri relativi a metalli e sostanze potenzialmente pericolose, con l’obbligo di rispettare i limiti di legge.
Il decreto chiarisce inoltre che “i limiti di accettabilità stabiliti non potranno in alcun caso essere conseguiti mediante diluizione”, e che eventuali superamenti o alterazioni delle caratteristiche dello scarico devono essere gestiti come situazioni di rischio.
In particolare, viene stabilito che “al verificarsi di eventi accidentali che, alterando le caratteristiche dello scarico, possano costituire pericolo per la salute pubblica, per l’ambiente o per l’infrastruttura fognaria e il depuratore finale”, il gestore debba attivare immediatamente misure di contenimento e darne comunicazione agli enti competenti.
Emissioni in atmosfera: limiti e arresto dell’attività in caso di criticità
Per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, l’autorizzazione riguarda due emissioni convogliate principali e una emissione diffusa legata alla movimentazione dei rottami.
La Provincia impone il rispetto di valori limite stringenti per polveri e metalli e specifica che tali limiti valgono nei periodi di normale funzionamento dell’impianto. Nel decreto viene tuttavia previsto esplicitamente lo scenario di rischio legato a guasti o anomalie, stabilendo che “qualora […] si verifichi un’anomalia o un guasto tale da non permettere il rispetto dei valori limite di emissione, l’esercente dovrà provvedere […] all’arresto totale dell’esercizio degli impianti industriali”.
L’attività potrà riprendere solo dopo il ripristino dell’efficienza dei sistemi di abbattimento e previa comunicazione agli enti di controllo.
Polveri diffuse: misure obbligatorie per ridurre l’aerodispersione
Per le emissioni diffuse di polveri, che derivano principalmente dalla movimentazione e dallo stoccaggio dei rottami arrugginiti, il decreto non stabilisce limiti numerici, ma individua comunque una potenziale criticità ambientale.
Per questo motivo la Provincia prescrive che “i piazzali di scarico e le vie di transito interne devono essere tenuti puliti ed umidificati” e che “i cumuli di stoccaggio della materia prima devono essere adeguatamente umidificati, al fine di minimizzare le aerodispersioni di polveri”.
Rumore: verifica post-operam obbligatoria
In materia di impatto acustico, il Comune di Cremona ha espresso il nulla osta, ma con una prescrizione vincolante. Nel decreto si legge che “entro sei mesi dal completamento del progetto deve essere redatta una idonea valutazione post opera di impatto acustico”, basata su misurazioni fonometriche e riferita all’insieme delle sorgenti sonore imputabili all’attività svolta in via Riglio.
Autorizzazione revocabile in caso di pregiudizio ambientale
Nel provvedimento la Provincia chiarisce infine che l’autorizzazione potrà essere modificata o anticipatamente rinnovata qualora “le prescrizioni impediscano o pregiudichino il conseguimento degli obiettivi di qualità ambientale”, oppure in presenza di nuove disposizioni normative o di situazioni ambientali valutate come critiche.
Marco Degli Angeli
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