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27 lug 2025
Io ci credo

Io Ci Credo… Ma Voi State Scherzando? 139mila euro di soldi pubblici per sei riunioni e un evento. Nessun bilancio, nessuna risposta

Fermatevi un attimo. Respirate. Adesso pensate a questa scena: il vostro Comune versa ogni anno soldi a un progetto chiamato “Io Ci Credo” – nome curioso, suona quasi ironico – e quando voi, cittadini, provate a capire come vengono spesi quei soldi… trovate il nulla. 

Poca trasparenza. Nessun rendiconto pubblico. E per avere qualche informazione in più? Serve una PEC, una richiesta di accesso agli atti, una trafila burocratica degna di Kafka.

Giovedì 24 luglio, a Crema, si è riunita – in pieno silenzio estivo – la Commissione Consiliare di Garanzia. Tema del giorno: fare chiarezza sull’Associazione Temporanea di Scopo “Io Ci Credo”, già al centro di interrogativi e richieste di chiarimento. Doveva chiudere le sue attività a fine 2024. E invece, sorpresa, la sua esistenza è stata prorogata fino al 2026.

Chi ha deciso? Quando? Come? Il Consiglio Comunale ne era stato informato? Risposte ufficiali: “Vi faremo sapere.”

Ma è pubblica o privata?

La prima domanda è semplice: l’Associazione temporanea di Scopo “Io Ci Credo”, per l'attuazione del Masterplan 3C, è un ente pubblico o privato? Nemmeno il Segretario Comunale ha potuto fornire una risposta certa. E neppure i referenti di Reindustria Innovazione, presenti all’incontro.

Eppure si parla di un’associazione che gestisce fondi pubblici, con enti pubblici come soci. Dovrebbero esistere bilanci, verbali, un sito ufficiale con i documenti... ma nulla è accessibile direttamente. Gli stessi consiglieri dovranno inviare per iscritto le domandenl che verranno poi presentate alla provincia di Cremona.

Allora vi chiediamo: voi affidereste i vostri soldi a qualcuno che non vi dice cosa ne fa o che ve lo dice dopo mille peripezie?

139mila euro. Per cosa?

Secondo fonti consiliari, in tre anni l’ATS avrebbe speso 139.000 euro. E sapete per cosa?
100.000 euro per sei incontri. Una media di oltre 16.000 euro a riunione. Preparativi inclusi ovviamente ...
39.000 euro per un evento in fiera, il Forum Assise Generali dell’Economia del Territorio.

E ora la domanda è: esiste un documento pubblicato e accessibile facilmente che fornisca una sorta di rendicontazione? Non risultano verbali, né report, né documentazione disponibile alla cittadinanza. Possiamo sapere se i fondi sono stati usati efficacemente? Non ci è dato saperlo. Possiamo verificarlo? Nel frattempo i consiglieri comunali dovranno riformulare queste domande agli uffici provinciali. E intanto si prepara un nuovo evento per ottobre. Con quale budget? Ancora un’incognita.

La proroga fantasma

Il 20 dicembre 2024, l’ATS si riunisce e proroga la propria esistenza fino al 2026. Ma dove sono i verbali? C’erano i requisiti per farlo? Quanti Comuni hanno formalizzato l’adesione? Con quale atto il Comune di Crema ha approvato questa proroga? Non ci sono risposte documentate. E ogni domanda viene rimandata “alla PEC”.

Nel frattempo, il Comune di Crema ha partecipato a una nuova riunione dell’ATS il 15 aprile 2025. Su mandato di chi? Non risulta alcuna delibera pubblica. Pare che sia stato tutto deciso con un atto informale del Sindaco. È accettabile?

Domande semplici, zero risposte

Durante la Commissione, i consiglieri comunali d'opposizione hanno posto diverse domande. Le riportiamo anche a voi.

Provate a rispondere:
Quali atti giustificano la proroga al 2026?
Quali Comuni hanno aderito formalmente?
Chi gestisce i fondi residui, e quanti sono?
Dove sono pubblicati i bilanci?
Dove sono i verbali delle riunioni?
Quali risultati concreti ha prodotto l’ATS?
Con quale ruolo gli assessori cremaschi hanno partecipato alle riunioni del 2025?

Se a tutto questo viene risposto con un generico “Vi faremo sapere”… non vi viene il dubbio che qualcosa non stia funzionando?

“Io Ci Credo”… Ma Noi?

A questo punto la questione non è più solo tecnica. È politica. Perché quando fondi pubblici vengono gestiti senza trasparenza e senza una struttura informativa accessibile, si apre una ferita seria nel rapporto tra istituzioni e cittadini.

Allora chiediamoci:  È normale che un Comune versi fondi pubblici in un’associazione di cui non si conosce nemmeno lo status giuridico?  È accettabile che non vi siano bilanci o verbali pubblici?  Possiamo ignorare che una riunione costi in media 16.000 euro, senza sapere a cosa sia servita davvero? E la decisione di spendere 39mila euro per l'evento in fiera, è stata condivisa con i comuni soci?

“Io Ci Credo” è (o era) un bel nome. Ma la fiducia si merita.  Adesso è il momento di fare chiarezza.

Marco Degli Angeli

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