Attualità

07 dic 2025
Consumo di suolo

Poli logistici, centri commerciali, data center e allevamenti intensivi: così il suolo lombardo viene ucciso. I dati ISPRA e il caso di Pessina Cremonese

In provincia di Cremona spicca il piccolo comune di Pessina Cremonese, per gli ampliamenti connessi alla crescita di un grande allevamento intensivo”. 

Avanti a spron battuto con allevamenti intensivi e con il consumo di suolo. Nel Cremonese così come in tutta la Lombardia.

A fare il punto della (pessima) situazione è Legambiente Lombardia, che il 5 dicembre, in occasione della Giornata Mondiale del Suolo, ha diffuso la sintesi di un rapporto elaborato dall'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).

Dall'indagine emerge che in quanto a consumo di suolo in Lombardia “nell’ultimo anno il 35% del fenomeno è stato a carico del 2% dei comuni della regione”.

Tra i fenomeni più “macroscopici”, così come li definisce lo stesso ISPRA, “la proliferazione di poli logistici, data center, sviluppi residenziali, centri commerciali, oltre a infrastrutture per la mobilità e per le Olimpiadi Milano Cortina 2026”. 

Alla luce dell'indagine, ecco allora l'appello di Legambiente: “Il consumo di suolo non si ferma, mancano norme e pianificazioni efficaci. In Lombardia occorre investire sulla filiera della riabilitazione delle aree dismesse.” “Un suolo sano – osserva l'associazione ambientalista – custodisce un ecosistema complesso, dal cui equilibrio dipende la vita di tutti gli organismi terrestri, favorendo una maggiore resilienza agli effetti della crisi climatica: se il suolo scompare o non è sano, il verde deperisce e, in definitiva, l’ambiente urbano diviene sempre più vulnerabile”.

Ed ecco lo scenario regionale lombardo che emerge dal rapporto ISPRA 2025 (Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici). Il rapporto “riporta i dati delle trasformazioni avvenute tra il 2023 e il 2024”. 

Annota Legambiente: il rapporto “evidenzia che il consumo di suolo, più che le grandi città lombarde, tende ad affliggere i comuni di piccole e medie dimensioni, terreno di caccia privilegiato per gli operatori economici che hanno bisogno di realizzare in tempi rapidi il loro business. In assenza di un quadro legislativo chiaro e prescrittivo, il livello comunale è quello in cui la discrezionalità che informa l’azione amministrativa è più suscettibile alle pressioni dei gruppi immobiliari”

Tutelare la salute e l’estensione di suolo libero non è un’opzione, ma un percorso obbligato,” commenta Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia. “Il consumo di suolo non si fermerà, in assenza di norme efficaci. I dati lombardi, assai preoccupanti, dovrebbero spingere l’istituzione regionale non solo a consolidare le tutele esistenti, ma anche a investire progettualità e risorse economiche sulla filiera della riabilitazione delle aree dismesse, necessaria per offrire agli operatori alternative economicamente praticabili rispetto alla rapina dei suoli ancora liberi.” 

Dal rapporto ISPRA emerge che il consumo di suolo non si distribuisce in modo omogeneo, ma tende a concentrarsi. Il 35% del consumo di suolo lombardo è infatti avvenuto all’interno di trasformazioni che hanno interessato appena trenta comuni, il 2% dei comuni della regione. 

Ecco in dettaglio il quadro relativo alle province lombarde, così come riportato da Legambiente.

In provincia di Bergamo il capoluogo si fa notare per episodi di espansione urbana che riguardano vari interventi, tra cui i cantieri per la nuova metrotranvia della Val Brembana. Le espansioni dell’aerostazione e degli insediamenti commerciali connessi riguardano anche i vicini comuni di Orio al Serio e Seriate, mentre nelle aree dell’Isola Bergamasca e della bassa pianura si segnalano per importanza le nuove logistiche a Filago, Osio Sotto e Calcinate. 

In provincia di Brescia i cantieri della nuova linea ad alta velocità stanno lasciando impronte importanti nel paesaggio dei colli morenici, tra Calcinato, Lonato e Desenzano, mentre ampliamenti di sedimi e piazzali industriali nella zona di Ospitaletto e nuove infrastrutture viarie a Montichiari contribuiscono al dato di consumo di suolo di questi due comuni. 

In provincia di Cremona spicca il piccolo comune di Pessina Cremonese, per gli ampliamenti connessi alla crescita di un grande allevamento intensivo. 

In provincia di Mantova continua a svilupparsi a spese della campagna il distretto logistico lungo l’autostrada del Brennero tra il capoluogo di provincia e San Giorgio Bigarello, mentre a Marmirolo si segnalano ampliamenti industriali insieme a nuove installazioni fotovoltaiche. 

In provincia di Milano spicca il nuovo grande Data Center in costruzione nelle campagne di Noviglio, mentre nel capoluogo le grandi trasformazioni riguardano in particolare il "PalaItalia" (ora Arena Santa Giulia) in via di ultimazione per le Olimpiadi invernali. Il dato di San Vittore Olona è da riferirsi alle vasche di laminazione di recente ultimazione, mentre Bollate si segnala per importanti interventi di sviluppo immobiliare che stanno saturando gli spazi residui della prima cintura urbana. Abbiategrasso ha realizzato un nuovo polo commerciale e direzionale nella sua periferia nord ovest, mentre a Cusago sta prendendo forma un grande quartiere residenziale, destinato ai ‘milanesi in fuga’ dalla città, al pari di quanto sta accadendo nelle campagne dal lato opposto della città metropolitana, a Gessate. 

In provincia di Monza, un un territorio già saturo di urbanizzazioni, si riescono ancora a trovare terreni agricoli da rosicchiare, ma a Carnate risalta la grande vasca di laminazione. In attesa che arrivi il vero ecomostro, lo sventramento di Pedemontana che sta aprendo i suoi cantieri. 

In provincia di Pavia, i nuovi consumi di suolo riguardano la logistica, come a Bressana Bottarone, o gli ampliamenti di cave, nel caso di Pieve del Cairo, ma anche impianti fotovoltaici (in questo caso si dovrebbe parlare di suolo ‘in prestito’ più che definitivamente consumato), come a Verretto. 

Anche la provincia di Sondrio non è esente da consumi di suolo. La preparazione dell’evento olimpico si fa sentire a Livigno, dove si evidenzia l’impatto dei cantieri per nuove piste e impianti per sport invernali, ma anche a Samolaco, in Valchiavenna, dove il consumo di suolo si associa ai cantieri per la nuova strada Trivulzia e l’ampliamento delle connesse cave. 

In provincia di Varese, infine, il consumo di suolo si associa a importanti deforestazioni: è avvenuto a Casorate Sempione, per la nuova bretella ferroviaria Gallarate-Malpensa, e a Busto Arsizio, dove sono partiti i cantieri per la nuova variante della SP341, in direzione Samarate-Malpensa. 

In tre province, stando all’ultimo rapporto ISPRA, nel 2024 non ci sono stati episodi macroscopici di consumo di suolo: si tratta delle lariane Como e Lecco, e della provincia di Lodi. Qui il fenomeno si è svolto solo nella forma ‘molecolare’ delle piccole e medie trasformazioni, registrate nella maggioranza dei comuni lombardi. 

Lo sviluppo diseguale del consumo di suolo è frutto di dinamiche di mercato e di scelte infrastrutturali che il territorio è costretto a subire,” conclude Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia.

Il fenomeno - aggiunge - mette in luce anche quanto il principio di discrezionalità dell’azione amministrativa sia troppo spesso inteso da alcuni comuni come una licenza di consumare suolo, soprattutto quando a spingere sono grandi gruppi, spesso multinazionali, della logistica industriale e del settore Big Tech legato ai data center.” 

Federico Centenari

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