Attualità
30 set 2025
ReArm Europe, il Consiglio comunale si spacca: bocciata la richiesta di Tacchini. Il sindaco: "Rendere credibile la difesa comune per completare l'Ue"
"Completare l’Unione politica significa rendere credibile la difesa comune e rendere più sicura la libertà dei nostri cittadini”. Così il sindaco Andrea Virgilio, ieri pomeriggio in Consiglio Comunale, si è espresso sull'operazione ReArm Europe, l'operazione di riarmo europeo che tanto sta facendo discutere, da mesi, l'intero Paese.
L'occasione per dibattere il tema è stata fornita da una mozione presentata il 3 aprile dalla capogruppo del Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle – Cremona Cambia Musica Paola Tacchini. In sintesi, la mozione impegnava il Consiglio Comunale, il Sindaco e la Giunta, "ad attivarsi ad ogni livello presso il Governo e il Parlamento Italiano al fine di interrompere il sostegno al piano di riarmo europeo ReArm Europe/Readiness 2030 al fine di recuperare i valori fondanti dell'Unione europea" e "a sostenere nelle opportune sedi europee la sostituzione integrale del ReArm Europe/Readiness 2030 con un piano di rilancio e sostegno agli investimenti che promuovano la competitività, gli obiettivi a lungo termine e le priorità politiche dell'Unione europea quali: spesa sanitaria, sostegno alle filiere produttive e industriali, incentivi all'occupazione, istruzione, investimenti green e beni pubblici europei, per rendere l'economia dell'Unione più equa, competitiva, sicura e sostenibile".
Dopo gli interventi dei Consiglieri è intervenuto il sindaco, che ha chiarito come “Coltiviamo spesso l’idea che la ‘difesa comune europea’ sia un tema recente. In realtà è un’idea originaria del progetto europeo. A partire da Altiero Spinelli, i padri fondatori hanno visto nella difesa comune non un optional militare, ma la conseguenza naturale di un’Europa politica. Nel Manifesto di Ventotene (1941), Spinelli chiede una federazione capace di garantire la pace, superando gli eserciti nazionali in favore di poteri comuni effettivi. È l’intuizione: senza istituzioni europee responsabili davanti ai cittadini, la sicurezza resta frammentata".
"Negli anni Cinquanta - ha proseguito Virgilio -, quell’intuizione diventa progetto concreto: la Comunità Europea di Difesa (CED), sostenuta da De Gasperi con i partner Benelux, Francia e Germania Ovest. L’idea era chiara: un esercito europeo sotto comando sovranazionale, insieme a una Comunità Politica Europea per il controllo democratico. Il trattato CED fu firmato nel 1952, ma nel 1954 la ratifica cadde a Parigi; con essa si fermò anche la nascita della Comunità Politica. Il seme, però, era stato piantato. Quell’asse ritorna nell’Atto di fondazione del Parlamento europeo del 1984, il cosiddetto Progetto Spinelli, che punta a trasformare la cooperazione estera e di sicurezza in azioni comuni dell’Unione quando necessario. È un passaggio che riapre il cammino verso riforme poi confluite nell’Atto Unico e oltre".
Ed ecco il punto: "Il messaggio che consegniamo oggi è semplice: l’Europa nasce come progetto di pace che include una responsabilità condivisa sulla sicurezza. Spinelli, De Gasperi e i loro compagni non cercavano un coordinamento tra capitali, ma istituzioni in grado di assumere decisioni comuni, anche sulla difesa, sotto controllo parlamentare europeo. Tocca a noi essere all’altezza di quella visione: completare l’Unione politica significa rendere credibile la difesa comune e rendere più sicura la libertà dei nostri cittadini”.
Al termine del dibattito, la mozione, messa ai voti, è stata respinta: 6 i voti a favore (La Sala. Marenzi, Merli, Pasquetti, Tacchini e Viola), 8 i contrari (Barcellari, Capelletti, Ceraso, Compagnone, Carassai, Fedeli, Segalini, Virgilio), 10 gli astenuti (Alquati, Ardigò, Beltrami, Bonali, Galli, Gerevini, Giussani, Loffi, Portesani, Sessa).
f.c.
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