Attualità
08 ago 2025
Sul nuovo ospedale è guerra aperta tra l'ASST e il Movimento per la Riqualificazione, che chiama in causa la Corte dei Conti
E' un botta e risposta serrato quello che si è instaurato tra il Movimento per la Riqualificazione dell'Ospedale e i vertici dell'ASST di Cremona. Proprio l'altro ieri, dall'ASST è stato diffuso un comunicato stampa in cui il vertice ribatte al Movimento, affermando di avere sempre dato seguito alle richieste di quest'ultimo in merito ai costi e al progetto per il nuovo ospedale (qui l'articolo).
In sostanza, l'ASST ha fatto sapere che "l'accesso al Progetto di Fattibilità Tecnico Economica (PFTE) non è accoglibile semplicemente perché non è possibile accedere a un documento che non c'è. Il percorso di progettazione del Nuovo Ospedale di Cremona è ancora in corso e il PFTE – redatto secondo il nuovo codice degli appalti – sarà completato nel gennaio 2026 insieme ai dati tecnici ed economici".
Non solo: i vertici dell'ospedale hanno evidenziato che "il PFTE sarà definitivo - e quindi consultabile da chi ne farà richiesta - solo dopo l'acquisizione del parere favorevole degli Enti competenti (ATS Val Padana, Vigili del Fuoco, Comune di Cremona e Ministero della Salute)".
Ebbene, oggi, preso atto della replica, il Movimento interviene nuovamente, allegando le richieste di accesso agli atti presentate nei mesi scorsi.
"Il Movimento per la Riqualificazione dell’Ospedale di Cremona - si legge in una nota - respinge punto per punto la replica dell’ASST pubblicata il 6 agosto, e ribadisce che: in realtà, esistono atti in corso di verifica, già redatti, trasmessi e utilizzati in occasioni pubbliche; il Consiglio di Stato (Adunanza Plenaria 10/2020) ha chiarito che anche atti non ancora definitivi sono accessibili, se esistono e sono stati protocollati o trasmessi tra enti. Il PFTE è in fase di valutazione presso più enti pubblici, quindi non può non esistere. Se fosse davvero “inesistente”, come sostiene l’ASST, nessuno lo starebbe esaminando". Inoltre, il riferimento al nuovo Codice degli Appalti (D.Lgs. 36/2023) è del tutto inappropriato: l’articolo 35 si riferisce a procedimenti di gara e non è applicabile all’accesso civico generalizzato previsto dal D.Lgs. 33/2013".
Prosegue il Movimento: "Questo diritto riguarda la trasparenza amministrativa, e non può essere limitato da norme pensate per la tutela della concorrenza nelle gare. Anche le più recenti linee guida ANAC e numerose sentenze del TAR confermano che l’accesso civico prevale, salvo rischio concreto e attuale per interessi giuridicamente tutelati – rischio che l’ASST non ha mai dimostrato".
"È lecito domandarsi - annota il Movimento - se non vi sia, da parte dell’ASST, un utilizzo strategico dello stato di “bozza” per evitare il protocollo formale dei documenti e, conseguentemente, sottrarli al controllo civico.
Tale comportamento, pur forse formalmente legittimo, risulterebbe in evidente contrasto con i principi di trasparenza amministrativa stabiliti dalla legge e ribaditi dalla giurisprudenza. Per questo motivo riteniamo indispensabile che le autorità di controllo, a partire dalla Corte dei Conti e dall’ANAC, verifichino se le modalità di gestione del PFTE siano compatibili con il diritto dei cittadini ad essere informati prima dell’adozione di decisioni irreversibili".
Alla luce di questo il Movimento chiede "che l’ASST smetta di confondere il pubblico con dichiarazioni contraddittorie" e "che le istituzioni regionali e la Corte dei Conti si esprimano su una situazione che rischia di vanificare ogni controllo civico e istituzionale".
"L’accesso civico generalizzato - conclude il Movimento per la Riqualificazione - è un diritto previsto dalla legge, non una concessione discrezionale. La trasparenza non può iniziare nel 2026, quando i giochi saranno fatti".
La foto in alto è tratta dal sito ufficiale Mario Cucinella Architects.
f.c.
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