L'intervento
18 giu 2025
"Palazzo Comunale e la presentazione del libro su Ramelli: il Salone dei Quadri è la casa di tutti. Non c'erano altri posti?"
In generale si è abituati a pensare che il “Salone dei Quadri”, sede del consiglio comunale di Cremona, sia la “casa di tutti”, quella dove presentare iniziative e libri o tenere conferenze a disposizione di ogni gruppo politico o culturale che si riconosca in un arco costituzionale democratico.
Eppure, qualche giorno fa, il salone ha ospitato una iniziativa a cura di Fratelli d’Italia, con l’avallo del presidente del consiglio comunale, Pizzetti, iniziativa che definirei almeno discutibile: si trattava della rievocazione, attraverso un libro, della figura di Sergio Ramelli, il giovane militante di destra ucciso dai gruppi dell’estrema sinistra tanti anni fa e diventato un eroe del pantheon postfascista: alla presenza dei vertici locali e regionali di Fratelli d’Italia, è stato presentato il volume a cura di due personaggi della vecchia guardia missina, lo storico, ex aderente al FUAN e animatore di gruppi fascio-rock, Guido Giraudo e la sottosegretaria all’Istruzione, Paola Frassinetti, militante storica del MSI, fondatrice del gruppo di destra sociale “Area” insieme a Gianni Alemanno, nonché fan dell’organizzazione di estrema destra “Lealtà e Azione” presente in Lombardia.
Ora, qui, non si discute la legittimità di presentare il libro su Ramelli ma si discute l’opportunità di farlo in una sede istituzionale di una città governata, almeno formalmente, dal centrosinistra: c’erano tanti altri spazi per ospitare l’iniziativa, anche perché, negli stessi giorni, una iniziativa di rievocazione sulla figura di Emilio Zanoni, sindaco socialista di Cremona, dal 1970 al 1980, si è dovuta accontentare della saletta del circolo Filo.
Ragioni di opportunità politica? Non so, ma a questa stregua si potrebbe a questo punto richiedere il salone Quadri per una rievocazione della figura di un Renato Curcio o di un Toni Negri.
E mi chiedo: il sindaco non ha niente da dire sulla questione? O forse le ragioni di una tale concessione stanno nel percorso di conciliazione consociativistica che il presidente Pizzetti ha voluto aprire nei confronti della destra per ammorbidirne la vis oppositiva?
Non lo so, ripeto, ma questa, a mio giudizio, è un’altra brutta pagina della politica culturale di questa giunta comunale.
Vincenzo Montuori
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