L'intervento
16 set 2025
Torna il tormentone "Cremona capitale della cultura", ma quante volte l'idea si è arenata? Ecco quali sono i punti che ci rendono deboli
Ritorna il tormentone di Cremona, capitale della cultura, almeno italiana, all'annuncio che Piacenza si è candidata a capitale europea della cultura (qui l'articolo cui si fa riferimento).
Ora, al netto delle prossime dichiarazioni dell'amministrazione comunale, al netto dell'opportuno richiamo che l'opposizione, e in particolare "Novità a Cremona" con il suo esponente Portesani, vuole presentare in consiglio comunale, qui va fatta chiarezza.
Intanto, bisogna ricordare che sarà già la seconda o terza volta negli ultimi 15 anni che la proposta viene lanciata in pubblico e poi si arena. Inoltre, aldilà delle contingenze, aldilà della opportunità di avere degli sponsor prima di affrontare la gara, che non siano solo quelli che finanziano la squadra di calcio locale, gli ostacoli che si frappongono a tale progetto sono STRUTTURALI e non riguardano questa o quella giunta, questo o quell'assessore.
E quali sono? Innanzitutto, le carenze ricettive e nel sistema dei trasporti che collegano o dovrebbero collegare Cremona alle altre città: non basta che una città sia bella per aspirare a tale designazione; c'è bisogno che abbia strutture ricettive diffuse (e non è il caso di Cremona) e che sia raggiungibile con i mezzi pubblici.
A Cremona ormai o ci si arriva in macchina o da cicloturisti, poiché i collegamenti ferroviari sono praticamente moribondi, tanto è vero che se, venti anni fa, si andava e si tornava in treno da Roma in giornata, oggi non è più possibile.
Il secondo problema è l'incapacità di costruire relazioni sinergiche con le altre amministrazioni limitrofe, anche dello stesso colore politico: fallita la combine con Brescia e Bergamo, si è persa anche l'occasione di un rapporto con Piacenza, rapporto che poteva essere esteso, per vicinanza anche partitica, a Lodi e a Pavia; e ciò, vuoi per inesperienza, vuoi per autoreferenzialità.
Il terzo problema è l'ossessione del brand secondo cui la città deve concentrarsi solo sulla sua dimensione musicale e liutaia: Cremona, capitale della musica; va bene!
Ma a parte il fatto che esistono altre città della musica nel mondo (si pensi a Salisburgo o a Bayreuth), Cremona è anche altro: è scrigno di grandi espressioni artistiche, è la sede di tante e attive associazioni culturali, è la città che ha dato i natali ad alcuni scrittori come ad es. Montaldi, è la città "del gusto", e così via: non valorizzare questi aspetti o farne, come purtroppo accade, occasione di una kermesse provinciale nel senso peggiore del termine, significa non solo limitare la "visibilità" della città all'esterno ma anche non consentire quell' amalgama tra cultura nazionale e cultura locale che fa la peculiarità di una città che aspiri a quel riconoscimento.
Io non ho le ricette per affrontare tali "ostacoli" ma sono convinto che se non si comincia sul serio ad affrontarli, la designazione a capitale della cultura ce la possiamo scordare per almeno altri dieci anni.
Vincenzo Montuori
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