Attualità
28 nov 2025
Reindustria, il giorno dopo la nostra anteprima: con l’uscita di Cremona e Crema cosa resta? E soprattutto: perché lasciare proprio ora?
La notizia – non ancora ufficiale, ma confermata da fonti istituzionali di primo livello – continua a rimbalzare come un allarme che qualcuno finge di non sentire: Cremona e Crema fuori da REI - Reindustria Innovazione (qui il nostro primo articolo).
REI: quella società pubblica nata nel ’95 per fare sviluppo territoriale, evoluta, involuta, riformulata, rimodellata e alla fine diventata, per molti, un elegante contenitore di buone intenzioni più che un motore di sviluppo vero.
La domanda non è se accadrà. La domanda è: perché proprio adesso? Perché nel momento in cui REI dovrebbe reinventarsi, i due soci più pesanti – oltre il 40% se contati insieme – decidono: grazie, basta così.
Proviamo a capire. Con prudenza, ma senza paraocchi.
1. Perché REI non è più “strategica”?
Per anni REI è stata il tappeto rosso di ogni architettura territoriale: tavoli della competitività, Masterplan 3C e relative liturgie, call con le imprese, studi e analisi “multistakeholder”, progettualità varie, con Crema particolarmente affezionata. Insomma, quando c’erano slide, REI c’era.
E allora perché oggi, di colpo, diventerebbe non più strategica? Le ipotesi sono due, e nessuna fa dormire tranquilli:
a) Molto rumore, pochi risultati? Tanti progetti, poca ricaduta. La percezione – brutale – che REI costi più di quanto produca.
b) REI è diventata un costo politico? Per due amministrazioni che devono spiegare ai cittadini perché spendono, la risposta “serve per coordinare” non scalda più nessuno.
O c’è anche dell’altro?
2. L’elefante nella stanza: si esce da REI… ma REI la si continua a pagare
Qui la cosa si fa surreale. Se la notizia sarà confermata: Cremona e Crema se ne vanno da REI, ma continueranno a finanziarla.
Come? Attraverso l’ATS Masterplan 3C, che raccoglie quote dai Comuni… per poi pagarle a REI, incaricata di fare segreteria, coordinamento, supporto, consulenze.
Tradotto in italiano non burocratico: i Comuni escono dalla porta, rientrano dalla finestra e fanno pagare la struttura a tutti gli altri membri dell’ATS. Fuori dai soci, dentro come clienti. Una specie di “distacco sindacale” dello sviluppo territoriale.
E allora le domande diventano inevitabili. Se REI non funziona, perché continuare a pagare REI? Se REI costa troppo, perché pagarla… indirettamente?
Zero risposte, per ora.
3. La vera partita: chi prende il timone?
Se REI perde centralità, qualcuno dovrà pur prendere in mano: tavoli, progetti, relazioni istituzionali, Masterplan, coordinamento.
Possibilità? Consorzio.it, la municipalizzata, potrebbe allargare il proprio raggio d’azione anche verso il territorio cremonese. Un “ribaltone” soft: REI se ne va, Consorzio avanza. Nuovi equilibri, nuovi pesi, vecchie dinamiche.
4. Scenario alternativo: Crema guarda meno a Cremona e più a Lodi?
C’è un’altra lettura. Più politica, più geografica, più… logica.
Per anni REI è stato l’unico tavolo capace di tenere insieme due territori diversissimi come Cremona e Crema. Se Crema esce da quel tavolo, il messaggio è chiaro come un autovelox: la direttrice di collaborazione potrebbe cambiare.
In molti settori – cosmetico, manifatturiero, innovazione – Crema è più affine a Lodi e al Milanese che al capoluogo. Non è una certezza. Ma è un segnale che potrebbe diventare una rotta.
5. E REI, che fine fa?
Se Cremona e Crema mollano, resta: la Camera di Commercio con oltre il 59%, Consorzio.it come socio simbolico.
Una REI senza Comuni, senza mandato pieno e senza territorio rischia di diventare un guscio tecnico che vive di automatismi amministrativi.
Può reinventarsi? Forse. Può ridimensionarsi? Probabile. Può spegnersi lentamente? Possibile.
6. In attesa della verità ufficiale: troppe domande, zero risposte
Tre certezze, però, già ci sono.
1. Il dado è tratto. Quando due soci su quattro – e i più rappresentativi – escono, non è una disattenzione.
2. Serve trasparenza. Quali costi ha REI? Quali costi ha l’ATS pagata dai Comuni e girata a REI? Che risultati concreti sono arrivati dal 2019 a oggi? Oggi non lo sappiamo.
3. Il territorio rischia la paralisi. Senza regia, ciascuno va per sé. E ogni vuoto viene riempito da qualcuno. Non sempre il migliore.
Conclusione provvisoria: non è solo un’uscita, è un avviso.
L’uscita di Cremona e Crema da REI non è un fatto tecnico. È politica, territoriale, strategica.
Dice che: il modello unico integrato non convince più, i territori stanno riposizionandosi, REI non è più percepita come lo strumento giusto, una stagione è finita. La nuova non è ancora iniziata.
Ma la vera domanda, ora, è solo una: chi ha un progetto, e chi aveva solo un carrozzone?
La foto è tratta dappa pagina Facebook ufficiale di REI - Reindustria
Marco Degli Angeli
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