Attualità
04 set 2025
Sanità lombarda da eccellenza a disastro: per i livelli essenziali di assistenza, fa peggio solo la Basilicata. L'impietosa indagine mostra il crollo
Un tempo era l'eccellenza italiana per definizione. Un tempo. Perché oggi tutto è cambiato. O meglio, non oggi, non di colpo. Perché l'evoluzione al ribasso della sanità lombarda è un processo che incede senza sosta ormai da anni, se non decenni.
E oggi con cosa ci troviamo? Con un servizio che fino a un decennio fa faceva invidia al resto del Paese, ma che ai giorni nostri arranca. A spese dei cittadini, sempre più costretti da carenze, liste di attesa, burocrazia, qualità dei servizi, a ricorrere al privato, nel frattempo cresciuto a dismisura.
Quasi che dietro a tutto questo ci fosse un disegno preciso, come da più parti si sostiene, volto a far crollare la sanità pubblica a beneficio di quella privata. Una sanità parallela che genera e movimenta denaro in un crescendo ormai sotto gli occhi di tutti.
A ulteriore conferma di ciò che quasi tutti i cittadini possono testimoniare per esperienza diretta, ecco l'impietosa analisi della Fondazione Gimbe, realtà senza fini di lucro con lo scopo di “favorire la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche con attività indipendenti di ricerca, formazione e informazione scientifica, al fine di migliorare la salute delle persone e contribuire alla sostenibilità di un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico”.
Ebbene, il 3 settembre la Fondazione ha diffuso il suo ultimo rapporto sullo stato dell'arte della sanità italiana elaborato sulla base dei dati forniti dal Ministero della Salute. Spoiler: la Lombardia non ne esce affatto bene.
Il nodo principale, qui, sono i LEA, vale a dire i Livelli Essenziali di Assistenza, così definiti dal Ministero della Salute: “le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale (SSN) è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket), con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale (tasse)”.
Tradotto, prestazioni essenziali che i cittadini pagano con i propri soldi attraverso le tasse.
Ed ecco quanto emerge dal Rapporto elaborato da Gimbe: nel corso del 2023, 8 regioni hanno registrato un peggioramento dei LEA rispetto all’anno precedente, sebbene con gap di entità variabile.
A perdere almeno 10 punti sono stati il Lazio (-10), la Sicilia (-11), la Lombardia (-14) e la Basilicata (-19).
In particolare, la Lombardia, per l'appunto un tempo eccellenza italiana in fatto di sanità, risulta quella che ha fatto rilevare il peggioramento più consistente, seguita soltanto dalla Basilicata (-19).
“La riduzione delle performance anche in Regioni storicamente solide - commenta la Fondazione - dimostra che la tenuta del SSN non è più garantita nemmeno nei territori con maggiore disponibilità di risorse o reputazione sanitaria. È un campanello d’allarme che non può essere ignorato”.
Sul fronte opposto, due Regioni del Mezzogiorno mostrano un netto miglioramento: Calabria (+41) e Sardegna (+26).
Annota Sky Tg24 in un articolo del 3 settembre: “Solo 13 regioni italiane raggiungono gli standard per l'erogazione delle cure essenziale garantite dal Ssn (Livelli essenziali di assistenza) gratuitamente o previo il pagamento del ticket nel 2023, Veneto in testa. Al Sud sono promosse solo Puglia, Campania e Sardegna. Ma 8 regioni peggiorano rispetto al 2022 e la frattura tra il Nord e il Sud del Paese non accenna a ridursi".
Gimbe, come spiega a Sky Tg24 il presidente Nino Cartabellotta, "ha condotto un'analisi indipendente per misurare le differenze regionali nel garantire i diritti fondamentali di salute, con particolare attenzione all'entità della frattura Nord-Sud. Per ciascuna Regione sono state inoltre valutate le variazioni tra il 2022 e il 2023 e il posizionamento nelle tre aree della prevenzione, assistenza distrettuale e ospedaliera".
In dettaglio, le differenze tra gli adempimenti Lea 2022 e 2023 sono state “analizzate valutando i punteggi totali delle Regioni e le performance nazionali nei tre macro-livelli assistenziali”.
E i risultati sono quelli indicati dalla tabella pubblicata sul sito ufficiale della Fondazione Gimbe (in fondo a questo articolo). Una tabella che mostra impietosamente come la Lombardia sia la penultima in “classifica”, vale a dire la regione che - sul fronte LEA - ha fatto rilevare il peggioramento più rilevante.
Sul crollo della sanità lombarda, va ricordato, è intervenuto ieri il consigliere regionale del Pd, Matteo Piloni (qui l'articolo).
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Federico Centenari
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