Attualità
03 ago 2025
Sui vitalizi ai consiglieri regionali del Pd la "pasionaria" Stefania Bonaldi non fa sconti: "La politica non si fa solo con le belle parole"
Ex sindaca di Crema, attuale componente della segreteria nazionale del Pd. Stefania Bonaldi è una “pasionaria” del centrosinistra locale. Una che non le ha mai mandate a dire. Un tratto, questo, che le è valso negli anni l'apprezzamento anche da chi col Pd ha ben poco a che spartire.
E Bonaldi non si smentisce, mica perde lo smalto. Tutt'altro. Coglie lo spunto e le canta al suo partito sull'onda della notizia, emersa ieri da Il Fatto Quotidiano e anticipata settimane fa nonché ripresa ieri da Cremona Libera, circa i “vitalizi” dei consiglieri regionali.
Eh sì, perché nonostante i proclami e le buone intenzioni, il Pd non ne è uscito granché bene, dal momento che si è appreso ufficialmente che su 18 consiglieri regionali del partito, in 5 hanno approfittato della normativa – legittima, sia chiaro ma votata dagli stessi consiglieri regionali – per ripristinarsi il cosiddetto “vitalizio” (qui il nostro articolo).
Tra i cinque, anche un consigliere del Cremonese, Matteo Piloni. Gli altri democratici sono Scandella, Casati, Astuti e Bocci.
Ebbene, tempo poche ore dall'uscita della notizia e Bonaldi, con la sua consueta schiettezza ieri ha detto la sua affidandola a un post sulla sua pagina Facebook. Il tutto cogliendo l'occasione per una bella strigliata al suo partito.
“Quando vediamo il Partito Democratico che non si schioda dal 22 per cento o giù di lì – scrive infatti l'ex sindaca di Crema –, ci facciamo mille domande, eppure io credo che il fulcro del problema siano i "comportamenti", perché sono questi a decidere come agiranno gli elettori”.
“Ovviamente – prosegue – questo assunto vale in maniera variabile tra gli schieramenti, perché se il senatore La Russa colloca il figlio all’ACI, la prossima volta prende il doppio dei voti. A sinistra, che pure non è certo un consesso di collegiali, almeno sulla carta il meccanismo dovrebbe funzionare diversamente, anche per questioni culturali e civiche, che conducono a un maggiore controllo sociale sulla politica”.
Epperò... “Purtroppo però anche da questa parte casca l’asino”, annota Bonaldi spiegando che “È successo di recente in maniera vistosa, presso la Regione Lombardia quando cinque dei diciotto consiglieri regionali del Pd si sono di fatto dissociati dal loro gruppo e hanno chiesto di potere godere del vitalizio, ripristinato di recente dal centrodestra, col voto contrario del Pd, suggellato dalle parole del capogruppo, Pierfrancesco Majorino, che aveva parlato dello stato in cui versano le tasche dei cittadini, anche rispetto all’inaccessibilità di servizi vitali, come la Sanità. “Noi siamo contrari, è un provvedimento che non riteniamo né necessario né prioritario”, queste le sue parole, importanti, che ti fanno sentire a casa e tracciano il crinale che un elettore progressista immagina esistere con lo schieramento opposto”.
Amara ma politicamente significativa la conclusione di Bonaldi: “Lasciamo stare i moralismi, ma il fatto rimane, ed è serio. Lo possiamo racchiudere in una semplice domanda, ossia se crediamo davvero che la politica si possa fare solo con le belle parole, ponendo i comportamenti e le azioni su un binario a scartamento ridotto”.
La foto di Stefania Bonaldi è tratta dal suo profilo Facebook.
Federico Centenari
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