Attualità

14 set 2025
Consiglio regionale

Vitalizi lombardi, non solo i consiglieri: anche quattro assessori hanno aderito. Ma i nomi in questo caso restano segreti

Dopo i 35 consiglieri regionali — di destra e di sinistra — che hanno detto sì all’“indennità differita”, ora emergono anche 4 assessori. La Giunta però si trincera dietro la privacy e non pubblica i nomi.

Nel nostro precedente articolo (a questo link) avevamo raccontato come 35 consiglieri regionali, in modo bipartisan da destra a sinistra (compresi alcuni esponenti del PD che in aula avevano votato contro e si erano sfilati al momento del voto), abbiano aderito al nuovo vitalizio camuffato da “indennità differita”. Una vicenda che aveva già sollevato indignazione.

Oggi arriva la novità, seppur ovattata da formule burocratiche: anche quattro assessori hanno sottoscritto il privilegio. La Giunta ha scelto però di non scoprire le carte: niente elenco nominativo, solo un numero.

A giustificazione, il richiamo alla tutela della privacy. In sostanza, i cittadini finanziano un beneficio riservato a chi li governa, ma non hanno diritto di sapere chi ne usufruisce.

Il meccanismo resta lo stesso: cinque anni di versamenti bastano per garantirsi un assegno sicuro a 65 anni. Una certezza che stride con la condizione dei lavoratori comuni, vincolati alla legge Fornero e agli adeguamenti automatici che spostano sempre più avanti l’età pensionabile.

Il messaggio politico è lampante: la Fornero, per la classe politica lombarda, è stata abolita. Non per i cittadini, che devono continuare a lavorare più a lungo, ma per chi siede in Consiglio e in Giunta. Un privilegio che rende ancora più profonda la distanza tra palazzi e realtà.

Marco Degli Angeli

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