Il commento
29 set 2025
Il rogo delle promesse: storia dell’inceneritore di Cremona e degli amministratori che lo volevano spegnere… fino a quando hanno perso il telecomando
C’era una volta il referendum cittadino. I cremonesi dissero “no” all’inceneritore. E come andò a finire? Che l’impianto si fece lo stesso. Volontà popolare archiviata in discarica e via con il camino fumante. Perché la democrazia è come la dieta: funziona meglio quando la ignori. Un inizio non proprio da fiaba.
2014: Galimberti e la favola dello spegnimento in tre anni
Arriva il candidato sindaco del PD, Gianluca Galimberti. Promette urbi et orbi: “Entro tre anni spegneremo l’inceneritore”. Non un’idea, non un forse: una promessa solenne, sigillata dal Partito Democratico "La coalizione a sostegno di Galimberti è coesa nella volontà di spegnere l’inceneritore". Cosa si poteva volere di più?
I cittadini ci credono, e lo votano. Risultato: Galimberti diventa sindaco.
2016: la svolta (quella vera, ma al contrario)
Due anni dopo, invece di chiudere l’impianto, il Comune di Cremona cede il 51% di LGH (che controllava AEM, cioè la municipalizzata cremonese, cioè l’inceneritore) ad A2A, colosso bresciano-milanese. Tradotto: addio controllo pubblico, addio possibilità di decidere del futuro dell’impianto.
Il Comune, che prima era “padrone”, diventa socio di minoranza. E a quel punto chi comanda non è più il sindaco, ma il nuovo socio forte: A2A.
Eppure, la retorica non cambia: si continua a parlare di “chiusura progressiva”, di “superamento graduale”, di “Cremona 20-30”. Tutti titoli da conferenza stampa.
2017–2020: la fase dei rinvii
Ma che qualcosa fosse cambiato lo si poteva già capire dalle parole pronunciate nel luglio 2017 dall'allora segretario provinciale del PD, Matteo Piloni e del suo vice Andrea Virgilio: "la chiusura dell’inceneritore di Cremona sarà stabilita dal gestore dell’impianto in base alle previsioni e alle valutazioni del futuro piano industriale". Tradotto? Il Comune ormai conta come il due di spade con Denari di briscola.
Più chiaro di così. Non più tre anni, ma dieci. Non più subito, in attesa del rinnovo dell'AIA nel 2029. Nel frattempo, A2A investe, modernizza, rilancia. Il Comune osserva, applaude, e firma protocolli pieni di buone intenzioni e date elastiche come chewing gum. È il "revamping", bellezza.
2021–2023: il grande silenzio operativo
Mentre i cittadini continuano a chiedere conto delle promesse, la giunta PD si rifugia dietro tecnicismi: “stiamo valutando piani industriali”, “serve una visione di area vasta”, “dipende dalla Regione”. Il tutto mentre il camino continua a fumare e i dividendi continuano ad arrivare.
2024–2025: la resa dei conti (anzi, delle scuse)
Ed eccoci ad oggi. Il nuovo sindaco Andrea Virgilio prende la parola e lo dice chiaro: “Non assumiamo impegni che prefigurino scelte sul futuro dell’impianto oltre l’orizzonte autorizzativo. L’autorizzazione è fino al 2036" (qui l'articolo).
Traduzione: cari cittadini, ci eravamo sbagliati. Non si chiude niente, almeno per altri undici anni.
Non solo: il Protocollo “Cremona 20-30”, nato per accompagnare il superamento dell’impianto, viene ufficialmente dichiarato “non più attuale”. Fine della favola.
Dal “chiudiamo” al “non possiamo farci nulla”
In dieci anni il PD è passato da:
· 2014: Spegnere l’inceneritore in tre anni.”
· 2016: Vendiamo AEM, ma non cambia nulla.
· 2017: Si chiude entro il 2029.
· 2024: Non se ne parla prima del 2036, decide la Regione.
E adesso il Comune si presenta come vittima delle circostanze: eh, c’è l’autorizzazione regionale, cosa volete che facciamo? Peccato che, quando aveva in mano il 51% e quindi il potere di decidere, abbia scelto di venderlo.
Che poi, se si vuole fare ancora di più i precisi, Regione Lombardia, nel 2013, aveva inserito l'impianto di incenerimento cremonese tra quelli da dismettere. Il governo Renzi però affossò il tutto con il famoso 'sblocca Italia' (scritto anche da mani cremonesi). Gli inceneritori ed il business non si toccano.
Gaber cantava: "Che cos'è la destra? Cos'è la sinistra?". Appunto.
Marco Degli Angeli
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