Il commento
23 dic 2025
Il paradosso del nuovo ospedale: i vertici della sanità parlano di carenza di personale, ma ben venga una spesa colossale per un nuovo contenitore
Quando si dice che il “re è nudo”. La contraddizione è sotto gli occhi di tutti, ma nessuno la vede, fatta eccezione per chi da mesi e mesi si batte per evitare la costruzione del nuovo ospedale di Cremona e chiede invece di riqualificare l'esistente.
Ed è una contraddizione talmente lampante e banale da finire per essere scontata. Ma tant'è: le decisioni corrono sopra le teste dei cittadini, in nome di un “bene comune” che è tale solo negli intenti.
Questa mattina, dopo che ieri l'ASST di Cremona ha convocato una conferenza stampa per fare il punto sullo “stato dell'arte” della sanità a Cremona, il giornale La Provincia, versione cartacea, esce con un titolo su due righe a cinque colonne: “All'ospedale del futuro mancano gli infermieri”.
Sul quotidiano online Cremona Sera, la giornalista Michela Garatti, professionista seria e accorta, riporta quanto segue, tratto dalla conferenza stampa: “Ad oggi il numero dei dipendenti ASST Cremona è di 2.636 unità (sommando Cremona, Oglio Po e territorio), praticamente stabile rispetto all'anno passato, anche se permane la difficoltà nel reperire figure professionali come gli infermieri: «C'è una certa sofferenza nel garantire il turn over del personale infermieristico. Ogni anno in genere, per differenti motivi, se ne vanno circa un centinaio di infermieri e quest'anno siamo riusciti ad assumerne circa 40/50, con una mancanza dunque non indifferente. Motivo per il quale, seppure a malincuore ed in forma temporanea, presso Oglio Po abbiamo dovuto esternalizzare il servizio. Stiamo comunque tenendo sotto stretto controllo, per garantire il massimo delle cure e del benessere"».
Il virgolettato si riferisce evidentemente a quanto affermato dal direttore generale dell'ASST di Cremona, Ezio Belleri.
Prosegue Michela Garatti riportando quanto emerso in conferenza stampa: “Tra le cause di questa emorragia di infermieri, in primis gli aspetti economici, non particolarmente attraenti, ma poi anche i carichi di lavoro, le turnazioni e spesso anche la difficoltà a trovare sistemazioni ed alloggi per chi arriva da province lontane e non può procedere come pendolare”.
Ora, la domanda e la conseguente risposta stanno tutte in queste righe. Per quale motivo la Regione (e con essa tutte le istituzioni locali, che hanno accolto acriticamente il progetto senza fiatare, anzi, esultando) ritiene necessario investire una bordata di centinaia di migliaia di euro per realizzare un nuovo ospedale?
Perché la Regione ritiene prioritaria una nuova struttura (quando l'esistente potrebbe essere riqualificata con somme tutto sommato non eccessive come dimostrato dal Movimento) se il primo problema è la carenza di personale?
Certo, i ragionamenti e le osservazioni portate dalla Regione e dagli enti coinvolti nel nuovo progetto sono tanti, speso poco comprensibili per il comune cittadino. Ma fingendo ora di atterrare da Marte e ascoltare le dichiarazioni rilasciate ieri è inevitabile porsi la domanda: perché?
Perché, se il primo problema è il personale, si investe in nuovi muri e non nella ricerca di personale?
Banale, certo. Ma questo è. Perché investire, arrecare disagi enormi alla comunità per almeno cinque anni solo per avere una scatola nuova che un domani – salvo un drastico invertimento del trend – non si saprà come far funzionare?
Perché è di questo che si tratta: come la guidi una Ferrari se ti manca il pilota? O se il pilota non è sufficientemente abile (tradotto nel caso specifico: non è sufficiente)?
A fronte di queste dichiarazioni ampiamente riprese dalla stampa locale, l'interrogativo si fa ancora più impellente. Chapeau al direttore generale, che lo dice apertamente: “abbiamo carenza di personale”. Ma il cappello va rimesso subito in testa se si pensa con quanta determinazione si prosegue sulla strada della costruzione del nuovo ospedale.
Manca il personale (e sappiamo anche perché: basti rileggere la dichiarazione riportata sopra)? Poco male, facciamo un nuovo ospedale ultramoderno. Pare un dialogo tra sordi. Un'assurdità.
Quando lo avrete costruito, questo benedetto ospedale, quando sarà ultramoderno, splendido, all'avanguardia, ipertecnologico, con le mura scintillanti, chi si occuperà di farlo funzionare? Chi ne sfrutterà le potenzialità se il personale non è sufficiente?
C'è quasi da vergognarsi a scrivere simili banalità, ma la questione, ridotta all'osso, è questa.
Tutti i soldi (pubblici) che la Regione investe e investirà nel progetto per la scatola, non sarebbe meglio spenderli per il contenuto? Per un “regalo” utile, tanto per restare in ambito natalizio.
No. Il personale è carente, il dato è certificato, i vertici dell'ospedale lo dichiarano serenamente, i giornali lo riportano con la giusta enfasi, però si procede dritti per l'unica strada finora presa in considerazione.
Sistemare il contenitore. Quanto al contenuto... si vedrà. Il demiurgo provvederà.
Federico Centenari
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