Il commento

04 ott 2025
Mattarella

Lettera aperta di Marco Degli Angeli al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Signor presidente, rimango basito dal suo silenzio"

Signor Presidente, rimango basito dal suo silenzio. L’Italia è in piazza, l’Italia urla la sua indignazione per quanto sta avvenendo a Gaza e, recentemente, con l'atto di pirateria compiuto dall'esercito israeliano nei confronti della Flotilla, anche nelle sue acque. L’Italia, per Costituzione, ripudia la guerra e si schiera dalla parte dei diritti umani. 

La marea umana che ha invaso le piazze del nostro Paese dimostra che il senso della dignità dei cittadini italiani è ancora altissimo e che la propaganda perpetrata dai maggiori mezzi di comunicazione non è riuscita a mettere i morti palestinesi sotto al tappeto né a coprire con menzogne i fiumi di sangue di bambini, medici, giornalisti e cittadini innocenti ammazzati da un folle progetto genocida.

Il governo italiano, invece di imporre sanzioni a Israele, continua a fornire armamenti allo Stato israeliano e sembra considerare il diritto internazionale a intermittenza, secondo la convenienza politica. Inoltre, è stato recentemente garantito dal governo Meloni un corridoio sicuro al Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu — su cui la Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato di arresto — per consentirgli di intervenire all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

In questi mesi, e in particolare in queste settimane, il dibattito pubblico è attraversato da accuse gravi e da un clima pesante: ci sono ministri che sembrano ignorare i principi del diritto internazionale, altri che arrivano a insultare o a minacciare cittadini che esercitano legittimamente il proprio diritto di critica. Attivisti pacifisti sono stati arrestati in circostanze illegittime, nonostante la tutela delle operazioni umanitarie sia chiaramente sancita dalle convenzioni internazionali.

Non si tratta di semplici slogan. Questi fatti non possono essere liquidati come polemiche politiche: sollevano interrogativi seri sul rispetto delle convenzioni internazionali, sul dovere dello Stato italiano di cooperare con la giustizia internazionale e sull’obbligo delle istituzioni a mantenersi nel solco della legalità.

Le chiedo con forza: può restare in silenzio di fronte a tutto questo?

La Presidenza della Repubblica è chiamata a un compito che va oltre il cerimoniale. Lei è custode della Costituzione e garante dell’unità nazionale, ma anche del prestigio dello Stato italiano nel contesto internazionale. Quando le istituzioni governative (o singoli esponenti di esse) si muovono al di sotto delle regole comuni, il silenzio del Capo dello Stato rischia di essere percepito come una forma di complicità morale.

Cittadini e associazioni chiedono risposte. Chiedono che venga riaffermata con chiarezza una linea che:
richiami tutti gli organi dello Stato — inclusi i Ministri — al rispetto delle norme internazionali (Statuto della CPI, Convenzioni di Ginevra, ecc.);
inviti il governo alla massima trasparenza sulle politiche estere e sulle operazioni che coinvolgono cooperazione internazionale e difesa;
sostenga le iniziative di verità e giustizia, anche quando esse investono membri del governo, non per partito preso ma in nome dell’imparzialità e della supremazia del diritto;
dia voce alle vittime dei conflitti e alle organizzazioni umanitarie, affinché il richiamo al rispetto e alla dignità non resti un principio astratto.

Lei non è un arbitro neutrale, Signor Presidente: è — e deve essere — un punto di riferimento morale e istituzionale, soprattutto nei momenti in cui la democrazia viene messa alla prova dalle ombre del potere.

Confidiamo che un Suo intervento, anche solo attraverso una chiara presa di posizione pubblica, possa illuminare il confronto nazionale e infondere fiducia in chi crede che l’Italia debba restare un Paese in cui i diritti, le convenzioni e il diritto internazionale valgono davvero.

Con vivo rispetto.

Marco Degli Angeli

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