Il commento
11 giu 2025
Sicurezza/2 - Non lasciamo passare inosservato l'appello del SAP: la risposta è in quelle righe
Mettiamoci nei panni di questi delinquenti. No, non per comprenderli, ci mancherebbe: per tentare di “ragionare” (virgolette d'obbligo) come loro, un po' come fanno i profiler a caccia dell'assassino. Perché branchi (sì, branchi) di ragazzi delinquono senza remore? Perché lo fanno spesso in pieno centro storico o nelle vie a ridosso di quest'ultimo, che si presume maggiormente frequentato? Insomma, perché, se ho intenzione di aggredire, derubare, picchiare qualcuno, sfogare su un qualsiasi malcapitato la mia frustrazione esistenziale, non scelgo zone defilate? Zone periferiche, poco illuminate, non presidiate, poco “vissute” dai comuni cittadini che potrebbero dare l'allarme?
Perché mi espongo a questo modo? Solo perché qui c'è la maggiore concentrazione di bar e guarda caso, una volta che mi sbronzo sono propenso alla rissa e sempre guarda caso sono solito uscire di casa con un coltello o una spranga in mano? Niente affatto. La risposta è semplice: perché in me prevale la quasi certezza dell'impunità del gesto che andrò a compiere. Ecco perché. Perché so che non mi beccheranno. O, quantomeno, metto in conto che potrebbero beccarmi, ma relego questa eventualità nel campo del “poco probabile”. E infatti, quando questi criminali vengono presi, vengono presi dopo il fatto, spesso grazie a telecamere poste nei dintorni.
Ma questo non basta a scoraggiare i delinquenti, come dimostra la serie impressionante di aggressioni e atti violenti che a Cremona si registra ormai settimanalmente da sei mesi (si veda l'altro articolo dedicato a questo tema).
Qui serve ben altro. Occorre prevenire, perché quando il danno è fatto è magra consolazione pensare che i colpevoli siano stati individuati. Senza contare che tra un cavillo e l'altro, troppo spesso, tempo qualche mese, se ne tornano a spasso sereni come un pontefice.
Ora, la domanda è soltanto una: perché non si presidiano le aree del centro costantemente? O quantomeno dal tardo pomeriggio fino a tutta la notte?
Certo, fino a pochi mesi fa il problema non era un problema. Era una percezione, un fenomeno comune a tutte le città italiane... Cremona è una città sicura, tranquilla, pure troppo. Palle. Il fenomeno è emerso in tutta la sua forza e violenza, a Cremona come nel resto d'Italia. Il Comune ha finalmente preso atto della situazione, dopo che per mesi si è parlato di percezione. Ma continuare a puntare il dito contro l'errata interpretazione da parte dell'amministrazione e del centrosinistra sarebbe un errore. Ci si avviterebbe nella spirale del “io lo avevo detto” e non si affronterebbe il problema. Bene ha fatto allora il Comune ad approvare a larga maggioranza la proposta del centrodestra per l'adesione all'operazione “Strade sicure”.
Ma questo a cosa porterà? Alla presenza di militari nell'area della stazione dei treni e in quella dei pullman. Premesso che a nessuno (si auspica) piace l'idea di uno stato di polizia, è qualcosa. Ma non basta. Soprattutto se si considera che la maggior parte degli eventi criminali (smettiamola anche di parlare di microcriminalità: così facendo non si fa altro che sminuire, ridimensionare un fenomeno che è tutto tranne che “micro”) si è verificato in centro, in piazza della Pace, in corso Campi, in corso Garibaldi e in molte altre zone non certo periferiche o abbandonate da Dio.
Ed è vero che Carabinieri e Polizia effettuano controlli nelle aree cosiddette “rosse” (centro storico, parchi e stazione), ma il monitoraggio avviene soprattutto durante il giorno e in particolare nei giorni di mercato e la sanzione per chi infastidisce i passanti è il Daspo, ma nemmeno questo è sufficiente a far fronte alla difficile situazione che da troppi mesi caratterizza Cremona.
Qui il punto è uno soltanto. Serve maggiore presenza delle forze di polizia. Occorre la presenza di agenti che scoraggi i delinquenti, in particolare nelle ore serali e notturne. E no, nessuno invoca una militarizzazione della città, ma nemmeno è possibile continuare ad assistere impotenti a questa escalation di violenza.
Presidio, controllo da parte di Polizia e Carabinieri. E su questo, il soggetto da incalzare è la Prefettura, perché il Comune che può fare? Può e deve agire attraverso la polizia locale, ma è chiaro a chiunque che questo non basta. Il Comune può e deve fare pressing sulla Prefettura, far sì che il Prefetto si attivi nelle opportune sedi nazionali per far fronte al problema. E questo è un dovere dell'amministrazione.
E su questo, illuminante è la lettera inviata il 18 maggio dal SAP (Sindacato Autonomo di Polizia) al senatore Renato Ancorotti. Se la si legge con attenzione, appare evidente che la soluzione (o quantomeno la proposta sin qui più concreta, seria e argomentata per affrontare l'emergenza) è in quelle righe.
“L’unica risposta realmente efficace” scrive Emilio Guida, Vice Segretario regionale del SAP Lombardia, è “l’ampliamento dell’organico della Questura di Cremona, con l’aggiunta di almeno 10 unità (al netto dei trasferimenti e dei pensionamenti) e un adeguato numero di ufficiali di polizia giudiziaria. Questo consentirebbe di ripristinare stabilmente un secondo equipaggio operativo h24, attualmente assente da anni. Un secondo equipaggio che in passato ha garantito una presenza costante sul territorio, con effetti positivi evidenti in termini di prevenzione e tempestività degli interventi”.
Più chiaro di così... Gli agenti scarseggiano, l'organico è in carenza e non c'è la possibilità di avere un secondo equipaggio che operi 24 ore su 24. Un secondo equipaggio è “assente da anni”. Rendiamocene conto.
E' da qui che bisogna partire. E' da qui che deve muoversi la Prefettura bussando alle giuste porte statali. E' su questo che la politica deve fare gioco di squadra, accantonando, come giustamente ha fatto in Consiglio Comunale con la proposta su Strade sicure, divisioni e vecchie ruggini, percezione e realtà.
Perché questa è la realtà: Cremona è, al pari delle altre città italiane, sotto scacco da parte di un numero non precisato di disagiati, delinquenti e criminali. Indietro non si torna e sentire persone di 30, 40, 60 o 70 anni che hanno paura ad uscire, sentire che c'è chi preferisce restare a casa e rinunciare a un'uscita serale non è normale. Non è cosa di un paese civile.
Il Comune faccia la sua parte, dunque, ma la Prefettura intensifichi gli sforzi e ascolti la voce di chi opera sul campo. Perché quella lettera del SAP dice tutto ed è da quella che si deve partire.
Qui di seguito, per chi volesse approfondire, il testo integrale della lettera del Vice Segretario Regionale del SAP al senatore Ancorotti.
“Pregiatissimo Senatore Renato Ancorotti, mi presento: sono Emilio Guida, segretario regionale del SAP (Sindacato Autonomo di Polizia) - Lombardia, e Le scrivo in merito al recente dibattito sulla questione della sicurezza nella provincia di Cremona. Stiamo seguendo con interesse la dialettica politica sviluppatasi sul tema, che ci trova concordi nella sua declinazione più alta: la sicurezza non ha colori politici, ma costituisce un diritto inderogabile dei cittadini. Tuttavia, desideriamo portare all’attenzione Sua e dell’opinione pubblica un aspetto che riteniamo centrale per garantire uno standard adeguato di sicurezza sul territorio. Abbiamo ascoltato proposte di vario genere: dagli interventi di carattere educativo rivolti a giovani e immigrati, alla richiesta di impiego dell’esercito nell’ambito dell’operazione "Strade Sicure", con particolare riferimento alla vigilanza di aree sensibili come la stazione ferroviaria di Cremona. Sebbene apprezziamo lo spirito propositivo di tali idee, riteniamo doveroso sottolineare che la vera soluzione, in tema di prevenzione e sicurezza pubblica, risiede nella presenza strutturale e continuativa di più pattuglie di polizia sul territorio. Gli strumenti alternativi, per quanto possano concorrere al miglioramento della sicurezza, presentano limiti evidenti: l’esercito non è la polizia, né può sostituirla in termini di competenza, prontezza operativa e coordinamento; le attività formative ed educative sono certamente fondamentali, ma producono effetti solo nel medio-lungo termine. Va inoltre chiarito che un’eventuale pattuglia dell’esercito dovrebbe operare congiuntamente al personale della Polizia di Stato, sotto il coordinamento delle centrali operative. Ciò comporterebbe un ulteriore aggravio sull’organico già ridotto, impegnato nei molteplici servizi istituzionali, inclusa la gestione dell’ordine pubblico. Per queste ragioni, riteniamo che l’unica risposta realmente efficace sia l’ampliamento dell’organico della Questura di Cremona, con l’aggiunta di almeno 10 unità (al netto dei trasferimenti e dei pensionamenti) e un adeguato numero di ufficiali di polizia giudiziaria. Questo consentirebbe di ripristinare stabilmente un secondo equipaggio operativo h24, attualmente assente da anni. Un secondo equipaggio che in passato ha garantito una presenza costante sul territorio, con effetti positivi evidenti in termini di prevenzione e tempestività degli interventi. In conclusione, la nostra posizione si fonda sul principio della competenza e della specializzazione – elementi alla base dello sviluppo civile – ma anche su quello della ragionevolezza. In presenza di una carenza di personale specificamente formato per la sicurezza, appare prioritario potenziare il numero degli agenti di polizia, piuttosto che ricorrere ad altre soluzioni, per quanto ben intenzionate, che dovrebbero avere solo un ruolo accessorio. Permetta un esempio semplice ma efficace: in un ospedale in cui manchi un ortopedico, non avrebbe senso inviare ulteriori infermieri o una nuova automedica. Analogamente, per affrontare le criticità della sicurezza, servono più poliziotti, non surrogati. Chiediamo dunque che ragionevolezza e competenza guidino le scelte politiche, affinché il territorio cremonese possa ricevere risposte adeguate e i poliziotti che rappresentiamo possano svolgere il proprio delicato compito nelle migliori condizioni possibili”.
Emilio Guida
Vice Segretario regionale SAP – Lombardia
f.c.
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