Attualità

28 giu 2025
Giulia Innocenzi

Dermatite nodulare, il nuovo allarme nella terra degli allevamenti intensivi. Giulia Innocenzi: "A pagare, in tutti i sensi, sono i cittadini"

In molti paesi europei gli allevatori sono obbligati a pagare di tasca loro le assicurazioni per le malattie che insorgono nei loro allevamenti. E questo solleva i cittadini da un onere non indifferente, oltre che incentivare gli stessi allevatori a migliorare le loro pratiche. In Italia no: in Italia i costi dell'abbattimento degli animali colpiti da malattie, virus ed epidemie, così come i costi per i ristori agli allevatori sono a carico dei cittadini. Per quanto ancora vogliamo andare avanti così?”.

Pronunciata a Cremona, terra che conta più allevamenti che persone, una frase di questo tenore farà incazzare un intero esercito tra allevatori e associazioni di categoria. Ma questa è la realtà, bellezza, verrebbe da dire parafrasando la celebre battuta del Bogart de “L'ultima minaccia”.

Qui non è Bogart a tagliare corto, ma Giulia Innocenzi, giornalista, attivista e collaboratrice di Report. Una che questi temi li affronta un giorno sì e l'altro pure. Per questo abbiamo chiesto a lei un parere sullo “stato dell'arte” degli allevamenti intensivi a Cremona e in Pianura Padana.

L'input è arrivato giusto un paio di giorni fa, con la notizia riportata dai media locali circa la scoperta del virus della dermatite nodulare in uno dei bovini sottoposti a indagine a campione in un allevamento nel comune di Porto Mantovano (Mantova). Proprio da quell'allevamento, si è appurato, sono state effettuate movimentazioni di “capi” verso un'azienda della provincia di Cremona.

La notizia è stata diffusa dalle Direzioni Generali Agricoltura e Welfare di Regione Lombardia. Il virus è lo stesso riscontrato per la prima volta in Sardegna il 21 giugno. E tanto è bastato per mettere in allarme le autorità veterinarie. Per farla breve, l'Ats Valpadana ha eseguito una serie di accertamenti e a fronte del caso risultato positivo sono state attivate le misure previste dalla normativa vigente: sequestro e blocco dell'allevamento e istituzione di aree di restrizione che interessano anche svariati comuni del Cremonese.

Ora, la dermatite nodulare colpisce i bovini e non l'essere umano. Ma il discorso di base non cambia: negli ultimi anni moltissimi allevamenti intensivi sono divenuti focolai di virus e malattie pericolose anche per l'uomo. Basti pensare a uno dei casi più vicini a noi, al primo focolaio di aviaria rintracciato nel Cremonese nel 2021, a Levata di Grontardo, per la precisione. All'epoca, giusto per ricordarlo, è stato necessario ricorrere all'abbattimento di quasi 60 mila capi e istituire una zona di protezione.

Il pericolo, insomma, c'è eccome. E qui, a Cremona, siamo nell'epicentro...

La provincia di Cremona – spiega Giulia Innocenzi –, insieme a quella di Brescia e Mantova ha la maggiore concentrazione di allevamenti intensivi in Italia. E' chiaro che con l'intensità di allevamenti di questo tipo aumentino le possibilità che le malattie circolino. Sarebbe opportuno che gli allevamenti non fossero così concentrati, ma più diffusi sul territorio e con una minore concentrazione di animali in ogni allevamento, ma così non è”.

Tutt'altro, qui si procede su questo solco...

Continuiamo ad andare nella direzione sbagliata e non ci sono incentivi per migliorare la situazione. E chi paga per l'abbattimento degli animali e per i ristori agli allevatori in casi di malattia come questo appena scoperto? I cittadini, noi tutti”.

Che alternative potrebbero esserci, a parte la riduzione degli allevamenti intensivi?

Le alternative ci sono eccome. Basti pensare che in molti paesi europei gli allevatori sono obbligati a pagare di tasca loro le assicurazioni per le malattie nei loro allevamenti, sollevando così i cittadini. E questo è anche un incentivo per gli allevatori stessi, che sono spronati a migliorare le loro pratiche di allevamento”.

E in Italia? Niente del genere all'orizzonte?

Al contrario. Il ministro Lollobrigida ha annunciato un pacchetto di aiuti per stare al fianco degli allevatori, come dice lui stesso. In questo modo incentiva solo pratiche sbagliate e non li stimola a migliorare. E alla fine continueremo a pagare noi cittadini”.

Senza contare un altro importante aspetto, quello della pericolosità di nuove malattie.

Certo, nel caso che mi hai citato (la dermatite nodulare; ndr) si tratta di una malattia non pericolosa per l'uomo, ma da tempo gli scienziati sostengono che la prossima pandemia potrebbe arrivare proprio dagli allevamenti intensivi. Pensiamo all'aviaria, partita come malattia che colpiva gli uccelli. Negli Stati Uniti ha attaccato l'uomo, è stata rintracciata anche nel latte, e non è da escludere il rischio che prima o poi possa trasmettersi da uomo a uomo. Ovviamente speriamo che questo non accada, anche perché l'aviaria ha un tasso di letalità alto, ma la direzione in cui stiamo andando non è certo quella corretta”.

Ed episodi come quello recentemente registrato a Cremona lo dimostrano. Piaccia o meno sentirselo dire.

Federico Centenari

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