L'inchiesta
26 giu 2025
Acciaio, voti e Bruxelles. Da Arvedi a tutti gli altri imprenditori: ecco come il “partito di ferro” finanzia la politica a ogni livello
“I fatti sono come l’acciaio: freddi, duri, taglienti. Le parole devono essere la forgia che li modella, non la vernice che li nasconde.” — Indro Montanelli, Lettera a un giornalista giovane, 1987.
Cremona. Ciminiere, impianti, capannoni. In questa terra dove l’industria non è solo lavoro ma identità, prende forma una storia che intreccia politica, economia e rappresentanza. Al centro c'è Massimiliano Salini, europarlamentare uscente, riconfermato alle elezioni del 2024. Una campagna elettorale intensa, sostenuta da numerosi attori del mondo produttivo.
Lo diciamo subito: nessuna caccia alle streghe. Tutto è tracciato. Tutto è legale. E tutto è dichiarato e previsto dalle normative vigenti.
Oltre 200 mila euro
Secondo Il Fatto Quotidiano (giugno 2024), Salini è stato tra i politici italiani più finanziati alle ultime elezioni europee. Alla sua campagna sono arrivati 148 mila euro in donazioni dirette, più 52.785 euro in servizi messi a disposizione dal Circolo delle Imprese di Milano. In totale, oltre 200 mila euro, tutti tracciabili, regolari e pubblici. Un dato rilevante, che invita a guardare oltre le cifre, per comprendere il contesto.
L'acciaio e l’Europa
Come riportato dalla stampa nazionale, tra i principali sostenitori ci sono tre realtà di rilievo della siderurgia italiana:
Federacciai – 50.000 euro;
Alfa Acciai – 10.000 euro;
Steel Color – 5.000 euro.
Il comparto ha sostenuto la candidatura di Salini, che a Bruxelles sedeva nella Commissione Industria. Durante il mandato, l'europarlamentare ha preso posizione sul CBAM, il nuovo meccanismo europeo di dazi ambientali sui prodotti ad alte emissioni. La sua linea è stata chiara: tutelare la competitività delle imprese europee. Una posizione coerente con quanto sostenuto da diverse associazioni industriali, e legittima nel dibattito politico.
Altri donatori, altri settori
Il sostegno non si è limitato al mondo dell’acciaio. Secondo Domani (novembre 2024), tra i nomi che emergono c'è anche Cartoprint Spa, azienda del gruppo Seda Packaging, realtà associata all’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato. Il gruppo Seda è iscritto al Transparency Register dell’UE, con un budget di lobbying annuo tra i 200 e i 300 mila euro. Ha contribuito con 20.000 euro.
Altri contributi registrati:
- Rosa Srl (cofani funebri, Brescia): 10.000 euro
- Blufin (trattamento rifiuti): 20.000 euro
- Edicer (ceramiche): 5.000 euro
- Calm Investments (holding): 5.000 euro
Salini ha avuto un ruolo chiave come relatore per il PPE nel dibattito sul regolamento UE sugli imballaggi (PPWR). Tra gli emendamenti sostenuti:
- Esenzione per l’Italia dagli obiettivi di riuso;
- Posticipo al 2030 delle restrizioni sui prodotti monouso;
- Deroga permanente per vino e alcolici.
Antonio D’Amato ha definito quel risultato “un successo dell'Italia”.
Una storia che parte da lontano
Il legame tra industria cremonese e politica non è nuovo. Ci sono precedenti documentati:
- L’Espresso, 2008: il gruppo Arvedi dona 300.000 euro a Forza Italia e 200.000 al PD lombardo;
- Transparency International, 2018: 50.000 euro a Luciano Pizzetti (PD) da Giovanni Arvedi;
- Trasparency International, 2020–2021: la Fondazione Bruschini/Arvedi contribuisce con 150.000 euro ad Azione.
Non si tratta di un caso isolato, né di un solo partito. Le dinamiche sono trasversali.
Anche i dati raccolti da L’Espresso indicano un equilibrio tra schieramenti:
Pierluigi Bersani (PD) – 50.000 euro
Adolfo Urso (FI) – 50.000 euro
Enrico Letta (PD) – 30.000 euro
Un quadro in cui interessi economici e rappresentanza politica si incrociano, al di là delle etichette. Ricostruire questi legami non significa cercare colpevoli. Significa capire. E ricordare. Tutti i dati riportati provengono da fonti pubbliche, inchieste giornalistiche e registri ufficiali.
L’obiettivo di questo articolo è informare e stimolare la riflessione sul rapporto tra industria e rappresentanza politica, nel rispetto delle persone e delle istituzioni citate. Perché la democrazia si costruisce anche così: con la trasparenza e la memoria.
Nella foto in alto, Parlamento Europeo: foto di NakNakNak da Pixabay
Marco Degli Angeli
© RIPRODUZIONE RISERVATA