L'inchiesta
26 ott 2025
Cremona-Mantova e Tibre, la doccia fredda finale: lo Stato taglia i fondi. Chi aveva criticato aveva ragione. E adesso come la mettiamo con l'autostrada?
Vent’anni di promesse, annunci e progetti. Ma la verità è tutta in una riga della nuova Manovra 2026: le risorse non ci sono. L’autostrada Cremona-Mantova e il Tibre autostradale si allontanano definitivamente. E questa volta non per cavilli burocratici o ricorsi, ma per una scelta politica chiara: il Governo taglia, e punta tutto altrove. Ponte sullo Stretto e armi Uber alles.
I numeri della Manovra: tagli per oltre mezzo miliardo
La bozza della Legge di Bilancio 2026 parla chiaro: il Ministero delle Infrastrutture dovrà ridurre di oltre 520 milioni di euro le spese nei prossimi tre anni. I fondi verranno “riprogrammati” (eufemismo ormai ricorrente) per liberare risorse necessarie a finanziare il Ponte sullo Stretto di Messina, il progetto simbolo del ministro Matteo Salvini.
Tutto il resto — autostrade, metro, ciclovie, statali — passa in secondo piano.
Ecco alcuni tagli concreti contenuti nella bozza:
-80 milioni alla Tirrenica, la superstrada del litorale toscano;
-50 milioni alla Statale 4 Salaria;
-49,9 milioni alla Statale 106 Jonica;
-10 milioni alla Cispadana (altro progetto regionale bloccato da anni);
-15 milioni alla metro M4 di Milano;
-15 milioni all’estensione del trasporto rapido tra Afragola e Napoli;
-50 milioni alla linea C della metro di Roma;
tagli anche a ciclovie urbane (-2 milioni) e al fondo per la mobilità sostenibile (-13 milioni).
Insomma: quando si taglia alle metropolitane di Roma e Milano, è evidente che progetti come Cremona-Mantova e Tibre non abbiano alcuna chance di rinascere, se non con fantasiose operazioni finanziarie che alla fine, dopo giri immensi, ritorneranno a bussare sulla testa dei cittadini.
Cremona-Mantova, l’autostrada che nessuno vuole costruire
È da oltre vent’anni che si parla dell’autostrada Cremona-Mantova. Progetto strategico per le giunte, miraggio per i cittadini. Di quell’opera rimane oggi solo un buco di otto chilometri nel mezzo, simbolo di un’incompiuta eterna. Doveva alleggerire il traffico e collegare due province produttive, ma si è trasformata in una scatola vuota, troppo costosa per essere utile e troppo piccola per essere prioritaria.
Le cifre parlano da sole: oltre un miliardo di euro di investimento stimato, un traffico inferiore alle previsioni e una sostenibilità economica sempre contestata. Oggi, con i tagli imposti dalla Manovra, si può dire che chi criticava aveva ragione: l’autostrada Cremona-Mantova non si farà, perché non serve abbastanza a giustificarne i costi.
Il Tibre, un’altra cattedrale nella pianura
Lo stesso destino per il Tibre autostradale, bloccato da anni a Sissa Trecasali, nel Parmense. Il collegamento con la A22, annunciato come priorità nazionale, è ormai fuori da ogni piano finanziabile. Anche in questo caso, studi di traffico e valutazioni ambientali avevano evidenziato limiti e disequilibri. Ora i tagli del Governo chiudono la partita, almeno per i prossimi anni.
Il segnale politico: le priorità cambiano
Da Roma il messaggio è chiaro: le grandi opere non strategiche vengono accantonate. Non è una sorpresa per chi da anni denuncia la fragilità economica di progetti nati più per logiche politiche che per reali necessità territoriali. Le “autostrade del consenso” — come la Cremona-Mantova e il Tibre — si rivelano oggi per quello che sono: totem elettorali, opportunità per pochi, non certo per i cittadini.
E ora?
Sul territorio resta poco da dire. Nessuna nuova convenzione, nessun finanziamento aggiuntivo, nessun cronoprogramma. Solo l’ennesimo rinvio, che però stavolta ha il sapore di un epilogo. Mentre il Paese taglia fondi persino alle metropolitane di Milano, Roma e Napoli, pensare di finanziare da zero due autostrade semivuote appare pura fantasia.
La doccia fredda è arrivata, e forse — per la prima volta — è una buona notizia per il buon senso.
Marco Degli Angeli
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