L'inchiesta
30 giu 2025
Consorzio Grana Padano preoccupato per la dermatite nodulare: dalla Sardegna animali in un'azienda di Cremona. Le domande ancora aperte
Nei giorni scorsi, in relazione al caso di dermatite nodulare bovina, si è parlato genericamente di “movimentazione di capi” dal Mantovano al Cremonese. Ora si apprende che dalla Sardegna, dove è stato rintracciato il primo focolaio di dermatite nodulare, sono arrivati “animali da carne in un'azienda di Mantova ed in una di Cremona”.
Dunque, quello che era un sospetto risulta ora una certezza: alcuni bovini da carne provenienti dalla Sardegna sono arrivati anche in un allevamento di Cremona, con il rischio che anche qui possa propagarsi la dermatite nodulare.
La notizia emerge dalla Circolare n. 61/25 trasmessa dal Consorzio Tutela Grana Padano ai consorziati il 25 giugno 2025.
“Notizia 1 – Focolaio di dermatite nodulare contagiosa – si legge nel documento –. E' appena stata emanata una circolare del Ministero della Salute che segnala essere arrivati dalla Sardegna animali da carne in un'azienda di Mantova ed in una di Cremona”.
Ecco allora la conferma, stando a quanto comunicato dal Consorzio: alcuni capi che potrebbero (condizionale d'obbligo) essere infetti sono arrivati anche in un allevamento di Cremona, anche se la circolare non precisa in quale comune.
Prosegue il Consorzio: “E' una malattia che rientra tra le malattie di categoria A. Tale malattia, se riscontrata, impone il sequestro e il blocco dell'allevamento interessato e l'istituzione della zone di restrizione (zona di protezione 20 km, zona di sorveglianza 50 km)”.
Questi provvedimenti, come noto, sono stati tempestivamente adottati dalla Regione Lombardia, che ha posto in zona di sorveglianza molti comuni del Mantovano e 29 comuni del Cremonese (qui il nostro articolo). Stando all'ordinanza emanata dalla Regione il 25 giugno, la zona di protezione (per la quale sono in vigore misure più restrittive) interessa 25 comuni del Mantovano. Non compaiono, alla data del 25 giugno, comuni del Cremonese in zona di protezione, ma se il Consorzio di Tutela del Grana Padano parla di un'azienda di Cremona sarebbe necessario appurare la veridicità dell'informazione (che peraltro proviene da fonte certa, come il Consorzio) e sapere in quale comune si trova l'azienda in questione, perché anche per questa scatterebbero misure più stringenti.
Prosegue la circolare: “Tutti gli animali dell'azienda sede di focolaio saranno abbattuti. Nei dieci giorni successivi saranno vietate tutte le movimentazioni in uscita dall'intero territorio e vedremo cosa decideranno sul latte”.
Le ripercussioni della scoperta della dermatite nodulare in capi provenienti dalla Sardegna preoccupa, come è legittimo aspettarsi, il Consorzio, che informa i suoi associati che “Qualora capitasse il problema ad un'azienda lattiera conferente latte in un caseificio Grana Padano è necessario informare quanto prima lo scrivente Consorzio che cercherà di far valere il fatto che il Grana Padano che viene commercializzato oggi è stato prodotto almeno nove mesi fa; quindi, nulla ha a che vedere con l'eventuale malattia indicata”.
“Concludendo – precisa poi la circolare – si ricorda che la dermatite nodulare contagiosa può essere trasmessa anche dagli insetti, ma, per fortuna non è pericolosa per l'uomo, tuttavia si ribadisce che è tra le malattie di categoria A".
REFLUI: CHI CONTROLLA E COSA FANNO GLI IMPIANTI DI BIOMETANO? - Un'altra cosa importante da appurare, considerato il quadro generale, concerne il divieto di movimentazione dei reflui zootecnici. La circolare della Regione in effetti parla chiaro e prevede che nei comuni in zona di sorveglianza “sono vietati la rimozione o lo spargimento del letame o dei liquami proveniente dalle aziende ubicate nella zona di sorveglianza, che devono essere opportunamente stoccati e riparati; è fatta salva autorizzazione del Servizio Veterinario dell’A.T.S in conformità alle indicazioni regionali”.
La domanda, a questo punto è: gli impianti di biogas e biometano che fanno? Chi effettuerà i controlli? Quanti veterinari ci sono per le segnalazioni?
LA FILIERA DEL GRANA E DEL PARMIGIANO - Al netto delle sacrosante preoccupazioni circa la filiera e, soprattutto, sulla sicurezza e sui controlli, c'è infine il dato relativo ai consumi di Grana Padano e Parmigiano Reggiano, che potrebbero essere influenzati dall'allarme dermatite nodulare.
La circolare del Consorzio, a questo proposito si chiude con un passaggio proprio su questo tema: “Come avevamo ipotizzato nella circolare di una quindicina di giorni fa in cui si parlava di un marcato rallentamento delle uscite di marchiato – si legge – si conferma che il Retail di maggio ha segnalato i seguenti risultati:
Grana Padano: -10,1%
Parmigiano Reggiano -15,7%
Similari +11,9%
Totale mercato -7,9%
“Era un dato quindi atteso – osserva il Consorzio – perché seguiva un aprile molto positivo (+22,5%) dettato dalla Pasqua che cadeva nell'ultima decade di aprile e, come sempre, le scorte pasquali di formaggi duri si trascinano buona parte nelle tre/quattro settimane successive. In misura molto più contenuta ma anche il Food Service ha rallentato, sia per il padano che per il Reggiano”.
In alto, foto di Polette2 da Pixabay
Federico Centenari
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