L'inchiesta

13 set 2025
Acciaieria Arvedi

Parco rottami Arvedi, la nostra inchiesta arriva in Regione. Pollini (M5S): “Lo stabilimento arriverebbe a ridosso di giardini e cortili"

La nostra inchiesta in due parti sulla richiesta del Gruppo Arvedi di ampliare il parco rottami di Spinadesco è approdata in Regione Lombardia. Abbiamo raccontato la vicenda in due parti: la prima si concentra sulla notizia vera e propria (qui l'articolo), mentre la seconda parte dell'inchiesta affronta le conseguenze dell'operazione sul versante ambientale (qui l'articolo).

Il nodo è: cosa accadrebbe se la richiesta di ampliamento del parco rottami, già vagliata attraverso la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), trovasse definitivo accoglimento?

E' quanto si chiede la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Paola Pollini dopo aver letto gli articoli di Cremona Libera.

Ho ricevuto diverse segnalazioni in merito alla richiesta, avanzata dalla acciaieria Arvedi al Comune di Spinadesco in provincia di Cremona, per una variante al Piano di Governo del Territorio finalizzata all’espansione del sedime del già enorme sito industriale - commenta Pollini -. La proposta prevede la distruzione di un piccolo angolo di bosco, che in questo momento si interpone tra l'acciaieria e l’inizio del centro abitato del piccolo comune di Spinadesco". 

"Qualora la richiesta dovesse essere approvata - prosegue -, a quel punto, lo stabilimento sarebbe letteralmente a ridosso dei giardini e dei cortili di tante famiglie, con il conseguente peggioramento della qualità di vita, già messa a dura prova dal fatto Cremona è tra le città più inquinate d’Italia e d’Europa. Acciaieria, petrolchimico, inceneritore e agricoltura intensiva sono i biglietti da visita del territorio cremonese e l’incidenza di malattie gravi, come i tumori, è oltre ogni limite di guardia".

Prosegue la consigliera regionale: "Di fronte a una richiesta del genere, mi auguro che il Comune di Spinadesco sia in grado di tutelare gli interessi dei propri cittadini bocciando la proposta. Spero che non si cada nel tranello delle opere compensative - l’azienda propone infatti di piantumare una grande area ora destinata a seminativo a nord-ovest dello stabilimento - e si faccia valere il prevalente e generale interesse della salute pubblica, su quello particolare dell’impresa". 

A sostegno del diniego, ricorda Pollini, "basterebbe rammentare al proponente come il boschetto che intende abbattere sia segnalato nella Cartografia del Piano di Indirizzo Forestale della Provincia di Cremona e quindi sottoposto a tutela ai sensi dell’art. 142 del DLgs 42/2004. Inoltre, andrebbe ricordato l’area è classificata nella cartografia comunale come “bosco di compensazione”. Si tratta cioè di  un’area destinata a piantumazione, creata per sopperire alla distruzione di un’altro bosco, forse, per compensare altre attività impattanti. Infine, un bosco non è un qualcosa che può essere spostato a piacimento dove si vuole ovvero dove è meno d’intralcio. I benefici ecosistemici di un bosco maturo sono di gran lunga maggiori rispetto a quelli di un bosco appena piantumato e nemmeno paragonabili a quelli di un semplice parco urbano".

Conclude la consigliera regionale: "Quindi, ancora una volta, l’unica scelta possibile è quella di salvare l’attuale bosco e rigettare ogni richiesta di ampliamento”.

Federico Centenari e Marco Degli Angeli

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tutti gli articoli